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Cultura ebraica a tutto campo

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Author page: Donato Grosser

Lekh Lekhà. Nessun ebreo va abbandonato

L’Eterno comandò ad Avraham di lasciare la patria e la famiglia. All’inizio non gli disse dove andare: “l’Eterno disse ad Avraham: Vattene dal tuo paese e dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò;  e io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione; e benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra. E Avraham se ne andò, come l’Eterno gli aveva detto, e Lot andò con lui...” (Bereshìt: 12: 1-4). 

R. Joseph Pacifici (Firenze, 1928-2021, Modi’in Illit) in Hearòt ve-He’aròt (p.11) commenta che Avraham ricevette l’ordine di allontanarsi dalla società nella quale viveva. (La società della Mesopotamia gli era ostile. Il re Nimrod aveva cercato di ucciderlo gettandolo nella fornace e si era salvato per miracolo divino. Se volve compiere la sua missione di diffondere il monoteismo, doveva andare altrove). L’influenza della società nei confronti dell’individuo è tale che spesso vengono fatte azioni, anche involontariamente, per via della pressione sociale. R. Pacifici estende questa idea all’educazione dei bambini che vengono indirizzati a un tipo di yeshivà o scuola ebraica per decisione dei genitori. Nel mondo di oggi nel quale si è esposti assai di più che nel passato all’influenza negativa della società circostante, è tanto più importante proteggere le nostre famiglie e i nostri figli. Ma anche così facendo bisogna evitare che i giovani vengano instradati in una direzione solo per decisione di genitori. È necessario che essi stessi abbraccino l’educazione ebraica per convinzione.

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