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Cultura ebraica a tutto campo

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Author page: Donato Grosser

Bemidbàr. Le dodici bandiere di Salvador Dalì

Questa è la prima parashà del quarto libro della Torà, intitolata “Bemidbàr”, che significa “nel deserto”. Il titolo deriva dalla prima parola nella parashà. In latino questo libro è chiamato “Numeri” perché in questa prima parashà, e in quella seguente, viene fatto il censimento dei figli d’Israele. L’ordine di fare il censimento, nel quale ogni uomo censito, dai venti ai sessant’anni, doveva portare mezzo siclo, venne dato così: “Contate le persone di tutta la comunità dei figli d’Israele secondo le famiglie e le case paterne enumerandole per nome, ogni maschio individualmente” (Bemidbàr, 1:2).

La parola “contate” nel testo è “seù et rosh”, che letteralmente significa, “elevate la testa”. R. Joseph Pacifici (Firenze, 1929-2021, Modiin Illit) in Hearòt ve-He’aròt (p. 143) commenta che lo scopo del censimento è quello di elevare i figli d’Israele. Il conto denota importanza e dà ai figli d’Israele il “feeling” di essere importanti, anche se poco numerosi. Il conteggio viene fatto tramite il mezzo siclo contribuito da ogni uomo per non contare le persone, cosa che può generare invidia. Il conteggio mostra l’importanza delle persone contate e le persone importanti possono facilmente attrarre l’invidia della gente. Infatti la benedizione di Bil’àm, che elogiò tanto i figli d’Israele, fu la causa dell’invidia e dell’odio delle nazioni nei confronti d’Israele. Questo è anche il motivo per cui, quando i figli di Ya’akov andarono in Egitto a comprare viveri, Ya’akov disse loro di non farsi vedere tutti insieme.

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