Alla fine di questa parashà la Torà prescrive cosa devono fare coloro che si comportano in modo disonesto nei confronti del prossimo, per espiare i rispettivi peccati: “Il Signore parlò a Moshè dicendo: se una persona pecca e commette un reato di appropriazione indebita contro Dio, mentendo al suo vicino riguardo a un articolo lasciato in custodia, a un affare commerciale, a una ruberia, a una trattenuta di fondi o al ritrovamento di un oggetto smarrito negando di averlo trovato. Se una persona giura falsamente in uno qualsiasi di questi casi che coinvolgono relazioni umane, è considerata colpevole. Quando si rende colpevole di un tale peccato, deve restituire l'articolo rubato, i fondi trattenuti, l'articolo lasciato in custodia, l'articolo trovato o qualsiasi altra cosa riguardo alla quale ha giurato il falso. Deve restituire il capitale e poi aggiungervi un quinto al legittimo proprietario nel giorno in cui vorrà fare espiazione" (Vaykrà, 5:20-26).
