La parashà di Haazìnu ha inizio con tre versetti introduttivi: “Porgete orecchio, o cieli, ed io parlerò, e ascolti la terra le parole della mia bocca. Si spanda il mio insegnamento come la pioggia, stilli la mia parola come la rugiada, come la pioggia tempestosa sul prato, e come un acquazzone sopra l’erba. Quando invocherò il nome dell’Eterno, magnificate il nostro Dio! (Devarìm, 32:1–3).
R. Shimshon Rafael Hirsch (Hamburg, 1808-1888, Frankfurt) nel suo commento alla Torà scrive che la cantica vera e propria inizia con il quarto versetto: “La Rocca, l’opera sua è perfetta poiché tutte le sue azioni sono giustissime. È un Dio fedele e senza iniquità; egli è giusto e retto”.
La parola tzur, rocca, è un termine figurativo per il Signore che ricorre più di una volta in questa cantica. I Maestri nel Midràsh Sifrè, affermano che la parola tzur contiene due concetti: Tzur è Dio, Colui che è forte, e tzayar, Colui che forma e modella.