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Cultura ebraica a tutto campo

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Author page: Ishai Richetti

Vayakèl-Pekudè. Se Dio è dappertutto, a che serve un santuario?

Tempio di via Eupili - Milano

Le Parashiot di Vayakhel e Pekude sono le ultime del libro di Shemot e hanno come punto centrale il Mishkan. La parola Pekude significa "conteggi" e si riferisce al conteggio dell'oro, dell'argento e dell'ottone donati per il Santuario e all'inventario di tutti i suoi utensili per i quali avevano contribuito tutti gli ebrei. La domanda che si pongono i Chachamim è: Per quale motivo la Torà dedichi così tanto spazio alla descrizione del Mishkan e della sua costruzione, di quella che è definita la dimora di D-o, quando D-o è ovunque? Perché dovremmo "racchiudere" D-o all'interno di un Mishkan, quando il messaggio stesso della teologia ebraica è che D-o è infinito e non può essere limitato a nessuno spazio o tempo? Per estensione, potremmo chiederci perché dovremmo andare al Bet haKenesset. Se D-o è ovunque, allora possiamo anche pregare a casa.

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