“E tutta la congrega alzò la voce e il popolo pianse in quella notte” (Bemidbàr 14;1)
Nella parashà che leggeremo questo Shabbat si narra l’episodio drammatico dei dodici esploratori, che tornando dalla visita in Israele, la descrivono come un luogo abitato da giganti ed un Paese inespugnabile. Al sentire quelle parole, il popolo perde la fiducia in D-o, alzando la voce contro Moshè e piangendo.
Secondo il computo dei giorni, quella data sarebbe il nono giorno del mese di Av, data che nei secoli successivi, ancora fino ai nostri giorni, è la più nefasta della storia del nostro popolo.
Nel midrash si racconta che, la punizione inflitta al popolo, sia stata quella di restare per quaranta anni nel deserto e quella di fare di quella data un lutto perenne, fu a causa proprio del pianto del popolo.
Si racconta nel midrash che il Signore, non avendo gradito il pianto di tutto il popolo per un futile motivo, (proprio a causa della mancanza di fiducia in Lui) li condannò a piangere in quella data, nel futuro, per la perdita del Bet ha Miqdash e della identità di popolo, con la Diaspora.
SHABBAT SHALOM