Yom Haatzmaùth
Il 5 Iyàr 5708, 14 maggio 1948, Davìd Ben Guriòn proclamava solennemente l’indipendenza dello Stato Ebraico, coronando l’opera meravigliosa di Teodoro Herzl che per primo aveva detto “Im tirtzù en zo aggadà” (se lo vorrete, non rimarrà un sogno).
“Padre nostro che sei nel cielo, rocca di Israele, benedici lo Stato di Israele che rappresenta il risorgimento della nostra libertà” Dopo tanti anni di esilio, dopo secoli di persecuzioni, di lotte e di sacrifici, il sogno di Israele si avverava: aveva di nuovo la sua terra, la terra promessa da Dio ai suoi padri.
Il seme del movimento sionista è gettato quando gli ebrei partono da Gerusalemme per la Babilonia nel 586 a. E.V. Da allora i loro pensieri e le loro preghiere terminano con le parole: “L’anno prossimo a Gerusalemme!”. E sono proprio le continue persecuzioni e lo stato di avvilimento in cui vivono gli ebrei, a destare in molti grandi uomini il pensiero della necessità di ridare una patria al popolo ebraico. Già molti ebrei nell’800 si dirigono dalla Russia e dalla Romania in Palestina. Vi si reca anche Elièzer Ben Yehùda che insiste sulla convinzione che l’ebraico deve essere la lingua parlata dagli ebrei e rinnova così il vocabolario di questa lingua.
Il fondatore del Sionismo Mondiale è Teodoro Herzl che nel 1897 convoca il I congresso a Basilea, annunciando che la mira del Sionismo è di dare agli ebrei una patria. Dopo la I Guerra Mondiale e vari accordi col governo inglese, nel 1917 si arriva alla famosa “Dichiarazione Balfour” con cui l’Inghilterra si dichiara favorevole alla nascita di un nuovo Stato ebraico nell’allora Palestina. Aumenta così l’’alià in Èretz Israèl, sorgono belle città tra cui Tel Avìv, le paludi vengono bonificate, i campi coltivati. Viene creata l’Haganà, organo di difesa e nucleo del futuro esercito israeliano.
I nostri pionieri, provenienti da tutte le parti d’Europa creano nuove colonie che difendono valorosamente, anche a costo della vita. Lo stesso fondatore dell’Haganà, Yosèf Trumpeldor, cade nel difendere la colonia di Tel Chài, assalita dagli arabi. Dopo la II Guerra Mondiale migliaia di superstiti dei campi di sterminio vedono, come unico posto di salvezza, la lontana terra di Israele. L’Organizzazione Sionistica chiede che venga riconosciuto definitivamente lo Stato di Israele. Gli ’olìm continuano a recarsi in Israele nonostante i molti ostacoli, decisi a tutto pur di riavere la patria. Gli arabi attaccano da ogni parte con grandi forze, ma gli ebrei sono decisi a tutto; e la vittoria, con l’aiuto di Dio, non li abbandona. Dopo 20 secoli, il 14 maggio 1948, 5 Iyàr 5708 risorge lo Stato di Israele.
Ovunque questo giorno è festeggiato con gioia e canti da tutti gli ebrei. Il giorno 4 Iyàr è considerato Yom hazikkaròn (giorno del ricordo), e si commemorano i nostri fratelli, morti eroicamente nella difesa del nuovo Stato di Israele. Dobbiamo sempre ricordare che più di 6 milioni di ebrei sono morti nei campi di sterminio nazisti, dopo essere stati deportati da tutti i paesi europei, invasi dalle truppe di Hitler. Anche dall’Italia, governata da Mussolini, alleato della Germania, sono stati deportati molti dei nostri fratelli che hanno perso la vita nei campi di sterminio.
Shalòm ‘al Israèl
In questo giorno rivolgiamo al Signore questa preghiera:
“Padre nostro Che sei nel cielo, Rocca di Israele e suo Redentore, benedici lo Stato di Israele che rappresenta il risorgimento della nostra libertà. Stabilisci la pace nel paese e grande felicità per i suoi abitanti”.