Nella nostra parashà, troviamo scritto, a proposito della rivelazione del Tetragramma, che il Signore fa a Moshè la frase:
“Vaerà el Avraham el Itzchaq veel Ja’aqov be El Shadday ushmì A’ lo noda’ti lahem – Sono apparso ad Abramo, Isacco e Giacobbe come El Shadday e il mio nome A’ (Tetragramma) non l’ho fatto conoscere a loro”(Shemòt 6;3).
Nel parlare con Moshè, il Signore ribadisce il patto stipulato con i tre Patriarchi e ripete più volte l’espressione “anì A'”.
Spiegano i chakhamim che il motivo della ripetizione del Suo nome, è che il Signore vuole confermare a Moshè e ai figli di Israele, che non dimenticherà quel patto e che lo manterrà fintanto che non torneranno completamente e definitivamente nella terra di Israele, salvandoli da ogni male, comprese le piaghe che, da quel momento in avanti, scaglierà contro l’Egitto.
Sostiene un famoso commentatore che gli ebrei ebbero paura di essere colpiti dalle dieci piaghe, perché in mezzo a loro, sicuramente c’era chi si era assimilato agli egiziani e si era avvicinato al loro culto pagano.
Invece, grazie al merito dei Padri – Avrahàm, Itzchaq e Ja’aqov e alla promessa fatta a loro e al Suo nome ineffabile, il Signore salvò tutto il popolo, da quei flagelli, che solo gli egiziani conobbero.
Shabbat Shalom a tutti voi!