Come è noto nel celebrare i moa’dim gli abitanti di Eretz Ysrael festeggiano un solo giorno, secondo la regola della Torah, mentre gli abitanti della diaspora festeggiano due giorni. Questa differenza discende dal periodo in cui il capo mese veniva fissato in base a testimonianze fornite al tribunale.
Infatti nei luoghi in cui gli inviati del tribunale non riuscivano a giungere c’era un dubbio sulla durata del mese precedente la festa, se durava 29 o 30 giorni, e per questo osservavano le regole di mo’ed per due giorni. Oggi, con un calendario fisso, non vi sarebbe questa necessità, ma manteniamo l’uso ereditato dai nostri padri. Rosh ha-shanah si differenzia dagli altri mo’adim perché anche a Yerushalaim venivano celebrati due giorni, come stabilito nel trattato Rosh hashanah della Mishnah. Per questo i chakhamim hanno definito i due giorni di Rosh ha-shanah come yomà arikhtà, un lungo giorno, ad indicare che il suo status è differente dagli altri mo’adim, e la santità dei due giorni non discende da un dubbio come per gli altri mo’adim in diaspora.
Bisogna tuttavia chiedersi però come questo fatto si concilia con la natura di Rosh ha-shanah, Yom ha-din, giorno del giudizio divino. La Torah infatti stabilisce un solo giorno di Rosh ha-shanah, e non si vede la necessità di un secondo giorno di giudizio divino. Questo fatto si riflette anche sull’uso di recitare il Seder di Rosh ha-shanh. Il Matteh Efraim scrive di recitare il Seder entrambe le sere di Rosh ha-shanah, e lo scopo che il Seder persegue è quello di ottenere un giudizio positivo da H.
Anche nel secondo giorno di Rosh ha-shanah abbiamo quindi un giudizio. Una possibile risposta la troviamo nello Zohar, nella parashah di Pinechas. Secondo lo Zohar esistono infatti due modalità di giudizio, uno più rigoroso, che caratterizza il primo giorno di Rosh ha-shanah, ed il secondo, che comprende una dose di misericordia, che è quello del secondo giorno. Attraverso questa seconda modalità vengono giudicati coloro che hanno bisogno di misericordia, anche se non è chiaro se ciò sia determinato da un merito o da una mancanza, perché non si sarebbe in grado di affrontare il giudizio del primo giorno. Rav Dessler in Mikhtav MeElihau spiega che il giudizio del primo giorno prescinde da qualsiasi considerazione esterna, ed è rivolto a quegli individui eccezionali che godono di una provvidenza individuale, per stabilire se sono degli tzadiqim. Non tutti evidentemente hanno però questa opportunità, e a loro è destinato il secondo giudizio. Questo secondo ordine di individui viene giudicato in relazione al primo.
Nonostante ciò. come abbiamo visto, la Torah stabilisce un unico giorno di Rosh ha-shanah, ed il motivo per cui si fanno due giorni è di ordine tecnico. Rav Dessler spiega però che l’introduzione del secondo giorno è collegata ad un evento epocale, la distruzione del Bet ha-miqdash. Infatti, quando c’era il bet ha-miqdash era sufficiente un unico giorno perché l’interiorità predominava sull’esteriorità. Con la distruzione del tempio le proporzioni si sono invertite, e si rivela necessario pertanto un secondo giorno per un giudizio che segua altri criteri.