Tratto da “Le basi dell’ebraismo” – Morashà, 2013
Nel preparare il pane incontriamo la mitzvà, comandata dalla Torà, del prelievo di una piccola parte dell’impasto: questa mitzvà non è legata solo allo shabbàt, ma a qualsiasi impasto che rientri nelle regole spiegate in seguito.
רֵאשִׁית עֲרִסֹתֵכֶם–חַלָּה, תָּרִימוּ תְרוּמָה.
«… dall’inizio dei vostri impasti porterete un tributo» (Bemidbàr 15, 20)
Chi ha l’obbligo della mitzvà?
La mitzvà del prelievo della challà fa parte delle mitzvòt la cui esecuzione è stata affidata in particolare alle donne; anche se, a rigore, solo il padrone dell’impasto può fare il prelievo, la donna può prelevare la challà, anche senza il consenso del marito.
Quando la donna non è in casa, il marito deve fare il prelievo. Se si teme che l’impasto possa andare a male, il prelievo può essere fatto anche da altri.
La donna può fare il prelievo della challà anche quando è niddà e, se la misura dell’impasto è sufficiente, può dire anche la relativa berakhà.
Una ragazza o un ragazzo che non abbiano raggiunto la maggiore età non fanno il prelievo. Tuttavia, qualora lo avessero fatto, se la ragazza ha raggiunto undici anni e il ragazzo dodici, il loro prelievo può essere considerato valido.
Per quale impasto è obbligatorio il prelievo?
Qualsiasi impasto che sia fatto di farina appartenente alle Cinque specie di cereali che possono produrre chamètz e che sia denso (belilà ’avà), se pesa almeno 1.200 g, va sottoposto a prelievo.
Il prelievo va preceduto dalla relativa berakhà solo se, oltre agli altri ingredienti, l’impasto contiene almeno 2.250 g di farina.
Il prelievo della challà è obbligatorio solo per quegli impasti che rientrano nella categoria belilà ’avà, come per esempio pane e dolci al forno; non è obbligatorio per quegli impasti che rientrano nella categoria belilà rakkà (impasto diluito) come le frittelle. In tutti i casi dubbi si effettua il prelievo senza berakhà.
La berakhà per la separazione dell’impasto è la seguente:
בָּרוּךְ אַתָּה יְיָ, אֱלֹהֵינוּ מֶלֶךְ הָעוֹלָם, אֲשֶׁר קִדְּשָׁנוּ בְּמִצְוֹתָיו, וְצִוָּנוּ לְהַפְרִישׁ (חַלָּה) תְּרוּמָה.
Barùkh Attà Ado-nài, Elo-hènu mèlekh ha’olàm, ashèr kiddeshànu bemitzvotàv, vetzivvànu lehafrìsh (challà) terumà.
Benedetto sii Tu, o Eterno, Dio nostro, re dell’universo, che ci ha santificato con i Suoi precetti e ci ha comandato di prelevare la (challà) offerta.