“E ora, i tuoi due figli che ti sono nati nel paese d’Egitto, prima che io venissi da te in Egitto, sono miei. Efraim e Manasse saranno miei, come Ruben e Simeone” (Genesi 48:5). “E in quel giorno li benedisse, dicendo: ‘Per te Israele benedirà, dicendo: Iddio ti faccia simile ad Efraim ed a Manasse” (Genesi 48:20). Questa è la benedizione speciale che Giacobbe conferì ai due figli di Giuseppe, Manasse ed Efraim.
La Torà narra che Giuseppe, dopo aver sentito che Giacobbe era gravemente malato, portò i suoi figli a conoscere il nonno il quale diede loro una benedizione speciale.
Rav Yaakov Kamenetsky (1891-1986) solleva la questione del motivo per cui Giacobbe avrebbe dato una benedizione speciale ai figli di Giuseppe. Questo comportamento, apparentemente, ripeteva quello avuto molti anni prima, quello di dimostrare un trattamento preferenziale per un figlio in particolare. Tutti sono concordi nel ritenere che fu anche il favoritismo di Giacobbe per Giuseppe che provocò, negli altri figli, invidia e disprezzo fino a volerlo prima uccidere e poi venderlo come schiavo.
Com’è possibile che Giacobbe ora commetta quello stesso errore, mostrando nuovamente favoritismi verso Giuseppe concedendo ai suoi figli una benedizione speciale che non ha dato agli altri nipoti?
Rav Kamenetsky afferma che la risposta a questa domanda sta nella distinzione tra una benedizione per lusso e una benedizione per necessità.
La benedizione per lusso è quando a una persona capita di avere un’udienza “privata” con un grande rabbino dal quale poi riceve la sua benedizione che augura prosperità, salute e successo. Coloro che “sentono parlare” della benedizione ricevuta, umanamente, proveranno una certa invidia.
Pensate al giorno d’oggi, al tempo dei social, quanto si moltiplica questa dimensione. Facebook, Instagram, X e social affini favoriscono, e non poco, la nostra vanità e aiutano a esporre difetti quali l’ostentazione e l’invidia.
La benedizione per necessità è quando qualcuno soffre per una grave crisi – lui stesso o un membro della famiglia gravemente malato, gravi difficoltà finanziarie – e viaggia per incontrare un grande rabbino per ricevere la sua benedizione, nessuno di certo lo invidierà, né per il suo stato di crisi né per la benedizione che va cercando. Giacobbe, che benedice in modo particolare i figli di Giuseppe, lo fa per rispondere ad una necessità e non concedere un lusso.
Manasse ed Efraim sono nati e cresciuti in Egitto, in un paese straniero, in una società straniera, in mezzo all’idolatria, senza aver costruito un legame con i loro nonni e i loro parenti che vivevano in terra d’Israele. A differenza di Manasse ed Efraim, i loro cugini erano nati e cresciuti in terra d’Israele, con una regolare frequentazione con il nonno Giacobbe e immersi totalmente nella cultura identitaria insegnata dal patriarca. Questo è il motivo per cui Giacobbe concesse a Manasse ed Efraim una benedizione speciale, perché loro necessitavano di una attenzione particolare, per farli sentire ancor di più protetti dall’influenza pagana che avevano respirato fino a quel momento nella società egiziana.
Nonostante Giuseppe non avesse fatto mancare nulla dal punto di vista educativo, Efraim e Manasse necessitavano di una berakhà/benedizione che li facesse sentire non solo nipoti, ma figli diretti di Giacobbe; per avere quell’esperienza che non avevano potuto avere fino all’incontro con il nonno.
Nonostante fossero nati e cresciuti in Egitto, lontano dai loro giusti antenati, ora possono anche loro vedere ed essere a contatto direttamente con i valori e l’eredità di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Con il suo gesto, Israele insegna a chi ha cuore e mente per imparare, non solo quali siano le vere attenzioni speciali che si devono avere ma – specialmente – chi siano gli “attenzionati” che le devono ricevere, Shabbat Shalom!