“…e il pozzo era vuoto, non aveva acqua.” (Genesi 37, 24) La Torà definisce così il luogo dove Giuseppe viene gettato nell’attesa della decisione che i fratelli avrebbero preso riguardo la sua sorte. È noto il commento di Rash”y (Troyes 1040-1105) in cui vuole spiegare il perché la Torà sembri ripetersi nei termini (pozzo vuoto-senza acqua): “non conteneva acqua ma serpenti e scorpioni”.
Il Gaon di Vilna (Eliyahu ben Shlomo Zalman; Sjalec 1720-Vilnius 1797) dice che le parole del commentatore francese sono da interpretare come un’allegoria. Infatti, già i maestri del Talmud, hanno paragonato spesse volte la Torà all’acqua, mentre i serpenti e gli scorpioni sono usati come simboli dei caratteri negativi e spregevoli di un individuo. Rash”y, dunque, con il suo commento vuole sottolineare che quando nell’uomo non alberga la Torà (senza acqua) egli non è senza contenuto ma, al contrario, in lui sono presenti quei caratteri negativi che gli fanno perdere la sua umanità.
Shabbat Shalom!