Nel secondo capitolo di Ekha, il Libro delle Lamentazioni che abbiamo letto stasera e rileggeremo domani mattina, è scritto che al momento della distruzione del Tempio, “Heshiv achor yemino/ Dio ritirò il Suo braccio destro” (2:3). Come dobbiamo interpretare questa immagine metaforica usata dal profeta Geremia?
Rav Pinchas Friedman, Rebbe di Belz e capo della Yeshivà “Mevaqshè Hashem”, nota che quando i figli d’Israele, dopo il passaggio del mar Rosso, hanno proclamato (Esodo 15:6) “il Tuo braccio destro, o Eterno, è glorioso in potenza; il Tuo braccio destro, o Eterno, schiaccia il nemico”, il braccio destro divino è menzionato due volte. Questa ripetizione, allude al fatto che quando realizziamo la volontà del Signore, il Suo “braccio sinistro” diventa un secondo “braccio destro”.
Rav Friedman spiega che secondo gli insegnamenti della mistica, il lato destro della Qedushà è associato al Chesed, attributo divino di benignità e misericordia, mentre il sinistro è associato al Din, l’attributo divino del rigore della giustizia, pertanto, quando siamo fedeli a Dio e rispettiamo i Suoi comandamenti, trasformiamo il Suo attributo di giustizia in gentilezza e misericordia. La norma sarebbe che in base al nostro comportamento, saremo sotto l’influenza del Chesed-braccio destro o del Din-braccio sinistro. Se invece siamo esposti solo al Chesed, vuol dire che Dio è come se avesse due “braccia destre”.
Rav Friedman ha osservato, inoltre, che può accadere esattamente il contrario quando il popolo ebraico è infedele e non osserva le mitzwot. In questa dimensione, Dio “ritira” il Suo attributo di benignità e misericordia, in modo tale che su di noi rimane solo il Suo attributo di giustizia rigorosa.
Il versetto citato di Ekha, ci parla dei tragici effetti spirituali dei peccati del nostro popolo, che ci hanno fatto perdere il “braccio destro” di Dio, l’attributo del Chesed e ci hanno lasciato esclusivamente sotto il dominio dell’attributo del Din. Questa, sfortunatamente, è stata la nostra condizione per più di 2000 anni, che ha portato a innumerevoli calamità che abbiamo patito nel corso di questo amaro esilio.
Su questa base, Rav Friedman crea un collegamento per spiegare il profondo significato simbolico della mitzwà dei Tefillin.
La maggior parte delle mitzwot, le eseguiamo con il braccio destro, quella dei Tefillin, invece, la compiamo sul braccio sinistro. Legare la cinghia dei Tefillin ha l’effetto di soggiogare il lato sinistro della Qedushà, per così dire, frenando l’attributo divino della giustizia rigorosa. possiamo evitare gli effetti avversi del Din, mettendo in pratica la grande mitzwà dei Tefillin con cui, simbolicamente, ci leghiamo alla Torah. Legando i Tefillin sul braccio, mezzo per compiere le azioni, e sul capo, mezzo che indirizza le azioni, sopprimiamo l’attributo del Din che altrimenti è in piena forza, soprattutto durante il nostro periodo di esilio. I Tefillin ci aiutano a riportare l’attributo di Chesed e a farci procedere verso la redenzione da questo esilio.
Durante questo periodo di lutto, concentriamo la nostra attenzione sulla distruzione del Tempio, sull’esilio del nostro popolo e sul nostro desiderio di redenzione e pensiamo a molte mitzwot che dovremmo adempiere o se già lo facessimo, farlo meglio. Una mitzwà di cui comunemente non si parla in questo contesto, è proprio quella dei Tefillin, nonostante il fatto sia considerata dalla tradizione, di vitale importanza per avvicinare la redenzione.
Per questo, oltre ad essere cosa buona aumentare la nostra attenzione nell’adempimento di questa speciale mitzwà quotidiana, è molto importante avere cura e custodire bene i nostri Tefillin. Molte persone non sono consapevoli degli effetti dannosi dell’esposizione al calore e all’umidità, che possono danneggiare e quindi rendere i Tefillin non validi per l’uso. È consigliabile per questo far controllare di tanto in tanto i propri Tefillin, poiché indossare Tefillin non validi non è diverso dal non indossarli affatto. Infine, dobbiamo prestare particolare attenzione per garantire che i nostri ragazzi adolescenti indossino i Tefillin ogni giorno.
I Tefillin sono una di quelle mitzwot che spesso diamo per scontata e a cui spesso non riusciamo a prestare la dovuta attenzione. Questo periodo di lutto, che culmina con il 9 di Av, in cui contempliamo le tragedie dell’esilio, può essere un momento opportuno anche per accrescere la consapevolezza dell’importanza di questa mitzwà e per reindirizzare parte del nostro impegno affinché venga osservata di più e meglio. Per elevare i nostri standard, individuali e colletti, così da poter essere degni del “braccio destro”, portatore di grazia, misericordia e redenzione, Amen.