Rosh ha-shanàh laregalim – I parte
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Note di Rav Di Porto ad integrazione della traduzione e del commento della Giuntina, recentemente pubblicato
a) Si parla del caso di una persona che dice di consacrare il proprio valore, che viene stabilito come se fosse uno schiavo da vendere.
b) Quando si consacra qualcosa, senza specificare ulteriormente, questo viene destinato al bedeq ha-bait (beni destinati alla sistemazione del bet ha-miqdash).
c) Se una persona consacra il proprio erekh, la si valuta in base all’età, come stabilito nella Toràh (Waiqrà 27, 1-8).
d) Waiqrà 27, 28. I chakhamim (Toseftà arakhin, cap. 4) distinguono fra due tipi differenti di charamin, quelli destinati ai kohanim, e quelli destinati ad H. La particolarità della prima categoria è che prima della consegna si applica il concetto di me’ilàh (divieto di godere di cose consacrate), mentre dopo la consegna gli oggetti sono da considerarsi chullin, senza necessità di riscattarli. Ai charamin destinati al bedeq ha-bait si applicano esattamente le stesse halakhot dei qodashim del bedeq ha-bait, e la differenza è unicamente di natura terminologica. Secondo Rashì la baraità parla solo dei charamin destinati ad H. Secondo le Tosafot invece si parla di entrambe le categorie. Infatti il “bal teacher” si applica indistintamente a tutti gli ambiti per cui è scritto “laH.” e per i charamin dei kohanim compare questa espressione, tant’è che prima della consegna si parla di me’ilàh.
e) Per Rabbenu Tam si trasgredisce al divieto di bal teacher solo se si dichiara di voler dare la tzedaqàh ai gabbaim, ma se si vuole tenere la tzedaqàh presso di sé e darla direttamente ai poveri non si trasgredisce. Allo stesso modo il gabbay non è tenuto a dare la tzedaqàh ai poveri subito. Lo stesso offerente se distribuisce la tzedaqàh in prima persona è paragonabile al gabbay (Ran). Per il Rosh invece si può parlare di bal teacher per la tzedaqàh, ad esclusione del caso in cui si dichiari preventivamente di volerla distribuire a poco a poco. I rishonim hanno posto delle obiezioni su quanto scritto: infatti dal seguito della ghemarà sembrerebbe che sia colpevole di non avere dato la tzedaqàh da subito, e non dopo tre regalim, perché è possibile trovare subito dei poveri. Per le Tosafot, se non ci sono poveri disponibili, non si trasgredisce se non dopo tre regalim, e l’affermazione della ghemarà si riferisce al caso in cui ci siano poveri disponibili. Secondo il Ran la tzedaqàh è totalmente staccata dai regalim, ma dipende dal reperimento dei poveri, ed il bal teacher si applica ai sacrifici da portare al bet ha-miqdash, che sono legati ai regalim. D’altro canto, che non si trovino poveri entro tre regalim è una possibilità alquanto remota, ma, se sono disponibili, si è colpevoli dal primo momento. Lo Shulchan ‘Arukh (Yorèh de’àh 257,3) sembra propendere per questa ultima opinione.
f) Le Tosafot obiettano che le decime del primo, secondo, e terzo anno vengono date ai leviti e ai poveri (o in alternativa eliminate, in quanto inutilizzabili – bi’ur ma’aserot, eliminazione delle decime) la vigilia di Pesach del quarto anno, come spiegato in Ma’aser shenì 5,6. Quando si faceva il bi’ur veniva recitato il widdui ma’aserot. Se eliminato, si effettua il riscatto del prodotto tramite una moneta, che viene distrutta. Nei tre anni certamente saranno passati tre regalim, e non si sarà trasgredito al bal teacher. Le Tosafot rispondono che il divieto si applica solo quando le decime sono state prelevate, ma se il prelievo avviene nelle vicinanze del momento della consegna non si trasgredisce. Oppure il divieto può essere collegato al termine ultimo della lavorazione della frutta, che è vicino al momento della consegna. Oppure è possibile che il senso di ciò che dice la Toràh è che è vietato trattenere il prodotto presso di sé dopo il tempo della consegna, e se lo si trattiene per tre regalim si trasgredisce.
g) i rishonim discutono di quale caso si stia parlando, se di un padrone che trattiene la bestia, senza consegnarla al Kohen, o di un kohen che l’ha ricevuta e non l’ha sacrificata. Se invece l’animale è difettoso non è pertinente parlare di bal teacher.
h) Nel Talmud Yerushalmì si discute se si stia parlando prima o dopo della selezione dell’animale.
i) Quanto scrive la baraità verrà poi contestato dalla ghemarà. Infatti non è pertinente parlare della possibilità di offrire il qorban pesach per tre regalim, perché ha un suo tempo prestabilito.
l) Nelle mitzwoth di leqet e shikchàh si rimane inattivi, come è possibile pertanto ritardare per una inattività? Le Tosafot hanno fornito varie risposte: è possibile che il padrone del campo abbia trasgredito e raccolto il prodotto che spettava al povero, ed è tenuto comunque a darglielo (le Tosafot tuttavia non sono soddisfatte di questa risposta, perché per la tzedaqàh l’obbligo è di darla subito, appena il povero è disponibile). Oppure ha raccolto le spighe in maniera permessa, ad esempio perché non c’erano poveri, e non essendoci non è pertinente parlare di bal teacher se non dopo tre regalim (in ogni caso le Tosafot tendenzialmente ritengono che se non ci sono poveri il padrone è autorizzato a prendere le spighe per sè). Oppure si può dire che il padrone ha raccolto le spighe per un determinato povero, e la domanda è se è tenuto a darle al primo povero che capita o può trattenerle in attesa dal povero a cui le aveva predestinate, trasgredendo pertanto dopo tre regalim.