Note di Rav Di Porto ad integrazione della traduzione e del commento della Giuntina, recentemente pubblicato
- La ghemarà spiegherà che non è sufficiente un unico garante per il testimone ma ne serviranno due. I garanti, al pari dei testimoni, possono trasgredire lo shabbat per recarsi la tribunale (Penè Yehoshua), altri dissentono anche se la conclusione pratica è che è consentito, per via dei tentativi di sabotaggio dei Sadducei e dei Baitusei. Venivano inviati dal tribunale della città da cui provenivano (Rashì, Bertinoro).
- I Sadducei e i Baitusei erano due sette del periodo del secondo tempio, che rinnegavano la Torah orale e interpretavano letteralmente la Torah scritta. Uno dei principali motivi di contesa era la sefirat ha-‘omer. Nella Torah (Waiqrà 23,15) è scritto infatti sul conteggio dell’omer che questo ha inizio mimmachorat ha-Shabbat, secondo l’interpretazione dei chaakhamim all’indomani del primo giorno di Pesach. Chi interpretava letteralmente il testo spiegava invece “all’indomani dello Shabbat – domenica”, e pertanto il conteggio dell’omer aveva inizio sempre di domenica e Shavuot cadeva sempre di domenica. Per questo avevano tutto l’interesse ad ingannare i chakhamim sulle testimonianze di Rosh Chodesh, in particolare di Nissan, affinché fissassero Pesach secondo il loro punto di vista, assoldando dei falsi testimoni. Per via di questi tentativi di sabotaggio i chakhamim presero varie contromisure, fra cui quella di accogliere solo testimoni conosciuti, come narrato nella mishnah.
Secondo la Torah quindi non è necessario che il tribunale conosca i testimoni, sono i chakhamim a stabilire così. Se è così non si comprende perché sia lecito trasgredire lo Shabbat, che è un divieto della Torah, per rispettare un decreto dei chakhamim. I chakhamim rispondono che lo fanno per rispettare la mitzwah di decretare il Rosh Chodesh, cosa che il bet din senza sufficienti garanzie sui testimoni non potrebbe fare.