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Note di Rav Di Porto ad integrazione della traduzione e del commento della Giuntina, recentemente pubblicato
a) Quella dei qitniot è una categoria molto composita, che ha la particolarità che ad essere consumati sono i semi, mentre nelle yeraqot vengono consumati le foglie e il fusto.
b) la difficoltà che viene riportata per i qitniot, che vengono raccolti varie volte in piccole quantità, vale per ogni specie. La differenza è che pur essendo raccolti in piccola quantità, i qitniot vengono custoditi, e pertanto il rischio che qitniot di anni differenti si mescolino sussiste (Rashbà, Ritvà, Ran).
c) quella del mettere radici per i qitniot è una logica istituita dai chakhamim per non incorrere in errore; ma se è così come è possibile applicarla per l’anno sabbatico, che deriva invece dalla Torah? (Tosafot) Per risolvere la difficoltà i commentatori hanno considerato che oggi l’anno sabbatico si pratica per istituzione rabbinica (in base alla prima risposta delle Tosafot) o hanno affermato che la logica del mettere radici non è di istituzione rabbinica, ma deriva dalla Torah.
d) Il mischiare prodotti vecchi e nuovi risolve il problema di Yashan e chadash, ma non risolve quello del secondo e del terzo anno del ciclo dell’anno sabbatico (Tosafot). La Toseftà trova una soluzione attraverso il riscatto del ma’aser shenì e la destinazione di una parte proporzionale ai poveri.