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Note di Rav Di Porto ad integrazione della traduzione e del commento della Giuntina, recentemente pubblicato
a) Secondo la Torah (Bereshit 7) il diluvio iniziò nel seicentesimo anno della vita di Noach, nel secondo mese, il 17 del mese. Il Turè Even da qui ricava che nel testo biblico il conteggio degli anni di vita degli individui non segue la data di nascita, ma l’inizio dell’anno, a seconda di quando è stata la creazione del mondo. Successivamente infatti la ghemarà riporterà una discussione sulla creazione del mondo, se è stato creato di Tishrì o di Nissan. Da questa discussione deriva quella relativa al diluvio, secondo una opinione iniziato a Cheshwan, secondo l’altra di Yiar, e terminato secondo un’opinione il primo di Tishrì, secondo l’altra il primo di Nissan.
Quello che è rilevante però è che secondo entrambe le opinioni un solo giorno è sufficiente per considerarlo come se fosse un anno. Tuttavia è possibile dire che, per via del modo di esprimersi della Torah, che accosta il termine anno a seicento, anticipando il numero uno, si intende dire che si sta parlando di seicento anni, e il numero uno, che rimane slegato, si riferisce all’inizio dell’anno, e quindi non è sufficiente un giorno per contare un anno, ma sono necessari trenta giorni. La prova è dovuta ad un’altra espressione “il primo, il primo del mese”. Da qui si ricava che, come per il conteggio dei mesi una delle unità, il giorno, che formano il mese è sufficiente per considerare un mese, così per gli anni l’unità, che è il mese, è necessario affinché per mezzo dell’unità si possa contare un anno.
b) R. Eli’ezer, dicendo che il primo di Tishrì è stato creato il mondo, si riferisce alla creazione dell’uomo. Il primo giorno della creazione è pertanto il 25 di Elul.
c) Secondo il Ritva le prove portate da R. Eli’ezer e R. Yehoshua’ a partire dal testo sono solo degli accenni, non determinanti per dirimere la discussione, nella quale le posizioni derivano da una tradizione ricevuta o dalla logica. Secondo il Maharal questa discussione ha implicazioni ben più profonde, perché Nissan rimanda alla vitalità dell’anno in corrispondenza del cuore, mentre Tishrì rappresenta la natura già compiuta, l’essenza, e corrisponde al cervello.
d) I rishonim discutono sul senso di da’atan e zivionam. Secondo alcuni infatti ci si riferisce alla sfera della volontà, secondo altri a quella della completezza, intellettuale e fisica, degli esseri creati.