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Note di Rav Di Porto ad integrazione della traduzione e del commento della Giuntina, recentemente pubblicato
a) Il termine Rosh ha-shanà viene ricordato nel Tanakh in Ez. 40,1 (“all’inizio dell’anno il dieci del mese”), riferendosi al giorno di Kippùr. I Chakhamìm (‘Arakhin 12a) hanno riferito questa espressione al giorno di Kippùr nell’anno dello Yovèl, che è chiamato anch’esso Rosh ha-shanà (Mishnà, Rosh ha-shanà 3,5), per via della struttura della tefillàh, analoga a quella di Rosh ha-shanà. (Kehati) Alcuni rishonim ritengono che le date ricordate nella mishnà, essendo considerate capodanni, abbiano determinati aspetti propri dei giorni festivi; per questo il 15 di Shevat è proibito digiunare e fare orazioni funebri (Rav Steinsaltz).
b) Per il conteggio dei re d’Israele. Se un re veniva nominato durante l’anno, con l’arrivo del primo di Nisàn, si iniziava a conteggiare un secondo anno. I re vengono menzionati prima delle feste di pellegrinaggio, perché l’applicazione pratica di questa regola, legata ai documenti, trova maggiore applicazione dell’altra, rilevante unicamente per il limite massimo entro il quale è necessario soddisfare un voto.
c) In realtà il capodanno per le feste di pellegrinaggio è costituito dall’inizio della festa di Pesach, il 15 di Nisàn. (Rav Steinsaltz)
d) Questa regola segue l’opinione di rabbì Eli’ezer, che ritiene che il mondo sia stato creato di Tishrì. Per il conteggio dei mesi il primo mese è Nisàn (Es. 12,2 – “Questo mese è per voi il capo dei mesi”). (Kehati)
e) Rabbì El’azar e R. Shim’on paragonano la decima del bestiame a quella dei prodotti agricoli, che hanno come capodanno il primo di Tishrì. La loro logica deriva da quanto detto nel trattato di Bekhorot (53b): “’aser te’aser – dovrai togliere la decima parte (nel testo ebraico il verbo è raddoppiato)” – il testo parla di due decime, una è quella degli animali, l’altra quella dei cereali. (Rashì) I Chakhamim invece ritengono che il capodanno sia immediatamente successivo al termine della stagione. I cereali infatti, lasciati a seccare tutta l’estate, venivano raccolti all’inizio di tishrì. Secondo i Chakhamim la maggior parte del bestiame partorisce entro il primo di Elul, stabilito pertanto come capodanno per la decima del bestiame. (Kehati)
f) La maggior parte dei commentatori della mishnà spiegano, come verrà poi fatto dalla ghemarà, per il computo degli anni dei re delle nazioni; alcuni per le stagioni (così come al giorno d’oggi iniziamo il conteggio degli anni da Tishrì), altri per il giudizio, nel senso che a Tishrì il Signore stabilisce quanto avverrà nel corso dell’anno a tutte le creature. (Kehati)
g) La discussione fra le scuole di Shammai e Hillel è rilevante, oltre che per l’orlà, anche per la seconda decima e la decima del povero, che vengono destinate in determinati anni (la seconda decima nel primo, secondo, quarto, quinto, quella del povero nel terzo e nel sesto) nel ciclo dei sette anni che culmina nell’anno sabbatico. (Kehati)
h) La ghemarà spiegherà che secondo la scuola di Hillel a questo punto dell’anno è caduta la maggior parte delle piogge in Israele. Secondo il Meiri questa data, che è esattamente a metà dell’inverno, rappresenta la fine del freddo rigido, e quindi la formazione dei frutti diviene più rapida. (Kehati).
i) Avrei potuto dire infatti: perché non iniziare il conteggio dalla data di inizio del regno di ciascun re? (Rashì e altri rishonim)
l) Nel trattato di Shevi’it (10,5).
m) Sia i rishonim e gli acharonim hanno scritto molto sulle modalità per dimostrare che un documento è antidatato.
n) I documenti che attestano una data antecedente sono invalidi, secondo Rashì ed altri, per riscuotere beni che siano stati venduti, ma non quelli liberi da vincoli, come avviene per i prestiti rilasciati in assenza di un documento scritto. Il Razà crede invece che siano paragonabili in tutto a un documento contraffatto, e quindi pienamente invalidi. (Rav Steinsaltz).
SECONDA PARTE
1) Quello che conta per il conteggio degli anni dei re è la salita al trono, e non la nomina, per questo se un re viene nominato di adar e sale al trono di nissan, si conta da nissan (Rashì)
2) Chi scrive un documento di adar, dopo che il secondo re è salito al trono, può scrivere indifferentemente “nell’anno X del re X che è morto” o “nel primo anno del re X che è salito al trono” (Rashì)
3) Come abbiamo visto, successivamente (10a) rabbì El’azar riguardo all’orlà sosterrà che 30 giorni sono da considerarsi un anno e non un giorno. Il Turè Even si dilunga per dimostrare che per il regno anche rabbì El’azar è del parere che un giorno vale come un anno per il regno.
4) Per un re figlio di un re, nominato di adar e salito al trono di nissan avrei pututo pensare che il conteggio avvenisse in modo differente, poiché il regno è ereditario, poiché è scritto (Devarim 17) “affinché allunghi i giorni del suo regno, lui e i suoi figli”.