Commentando il brano che leggeremo domani nella Toràh il Mesekh Chokhmàh afferma che ci sono delle mitzwoth che contrastano la natura e altre che sono secondo natura, ma la purificano e la sublimano. Dopo avere trascorso tutta l’estate nei campi a compiere le varie operazioni agricole, il contadino non vorrebbe fare altro che starsene calmo e tranquillo a casa. La Toràh invece ci dice di uscire dalle nostre abitazioni stabili e stare in capanne provvisorie. Parimenti è contro natura destinare ad H. dei beni materiali: la Toràh dice di fare la festa di Sukkot per il Signore, e secondo i Maestri questo verso ci insegna che il nome del Signore ricade sulla sukkàh, vietandoci di fatto di godere dei materiali con cui la sukkàh è fatta. Altre mitzwoth invece seguono in tutto e per tutto la natura, solamente che in molti particolari traspare la sapienza divina. Nel momento del raccolto è naturale rallegrarsi facendosi delle corone con delle spighe o tramite azioni affini, come è ampiamente attestato anche in altre culture.
La Toràh non ha fatto altro che segnalare quattro specie, conosciute per tradizione, e dice il Rambam, anche molto facili da trovare in Eretz Israel in questo periodo, e ci ha detto di rallegrarci davanti ad H. per sette giorni. Per via di questa distinzione nella mitzwàh della sukkàh troviamo delle limitazioni e un dispendio di energie che non incontriamo rispetto al lulav, ad esempio che dobbiamo costruire la sukkàh, secondo Bet Shammai costruendola appositamente per Sukkot, e che la costruzione derivi da una nostra azione diretta e non sia la conseguenza indiretta di una nostra azione. Per la mitzwàh del lulav, al contrario delle apparenze, ci sono molti meno preparativi: ad esempio, sebbene la halakhàh lo prescriva, se le tre specie del lulav, escludendo quindi il cedro, non sono state legate assieme, questo non comporta un impedimento per l’esecuzione della mitzwàh.
Brevemente alcune halakhot sullo stare in sukkàh: è una mitzwàh della Toràh mangiare pane in sukkàh la prima sera di Sukkot. Prima di mangiare si deve pensare che il fatto che siamo in sukkàh è in ricordo dell’uscita dall’Egitto. In queste sere di Sukkot la berakhàh sullo stare in sukkàh è inserita nel qiddush, questa sera si reciterà shehecheyanu dopo la berakhàh sullo stare in sukkàh, visto che compiamo la mitzwàh per la prima volta, domani sera invece si reciterà terminato il qiddush, poi si reciterà la berakhà sullo stare in sukkàh. Si farà poi netilat yadaim e si mangerà il pane. Chag Sameach a tutti!