All’inizio della ghemarà in Bavà Qamà abbiamo studiato i concetti di avot e toladot, rispetto ai neziqin, allo Shabbat e all’impurità. Per lo Shabbat un criterio che abbiamo incontrato è quello dell’importanza del lavoro nel mishkan, che conferisce lo status di av. Gli avot melakhot, che sono quaranta meno uno, sono elencati nella mishnàh in massekhet Shabbat (73a). La Toràh riporta esplicitamente solamente alcune categorie di lavori (aratura, mietitura, accensione del fuoco, trasporto), e tuttavia proibisce il lavoro in generale.
Undici lavori riguardano la preparazione del pane, tredici sono collegati ai vestiti, nove alla scrittura, due alla costruzione, due al fuoco, uno alla conclusione di un lavoro, ed il trasporto da un tipo di proprietà all’altra. Questa è la lista dei lavori (da chabad.org) 1) Arare. 2) Seminare. 3) Mietere. 4) Formare covoni. 5) Trebbiare. 6) Ventilare (le biade). 7) Selezionare. 8) Setacciare. 9) Macinare. 10) Impastare. 11) Cuocere. 12) Tosare. 13) Sbiancare. 14) Pettinare filati greggi. 15) Tingere. 16) Filare. 17, 18, 19) Operazioni di tessitura. 20) Separare in fili. 21) Fare un nodo. 22) Disfare un nodo. 23) Cucire. 24) Strappare. 25) Tendere trappole o cacciare. 26) Macellare. 27) Scuoiare. 28) Conciare pelli. 29) Levigare pelli. 30) Rigare. 31) Tagliare secondo forma determinata. 32) Scrivere. 33) Cancellare. 34) Costruire. 35) Demolire. 36) Accendere un fuoco. 37) Spegnere un fuoco. 38)Dare l’ultimo colpo di martello ad un oggetto di nuova costruzione. 39) Portare oggetti da una proprietà privata ad una pubblica (o viceversa).
I 39 lavori sono stati rivelati a Moshè sul Sinai. C’è chi ritiene che la vicinanza nella Toràh dei brani relativi allo Shabbat e al Mishkan nella parashàh di Ki Tissàh serva a dirci che i lavori proibiti di Shabbat sono quelli necessari per la costruzione del mishkan; altri ritengono che la vicinanza dei brani proibisca la costruzione del mishkan di Shabbat, con la conseguenza che la costruzione del mishkan e tutte le azioni necessarie per la costruzione sono da considerarsi lavoro; altri invece ritengono che il termine melakhàh nelle sue varie declinazioni (melakhàh, melakhtò, melekhet) compaia 39 volte nella Toràh; altri ricavano il numero da un’espressione nella parashàh di Wayaqhel: elle ha-devarim. Elle ha il valore numerico di 36, devarim è un plurale, quindi 2, l’articolo determinativo aggiunge 1, arrivando complessivamente a 39. Anche coloro che non derivano i lavori proibiti di Shabbat dalla vicinanza delle parashot concordano nel dire che i lavori proibiti sono quelli necessari per la costruzione del mishkan. E’ necessario ricordare che la definizione di lavoro di Shabbat non è secondo la Toràh, collegata minimamente alla nozione di fatica: accendere un fiammifero non comporta alcuna fatica ed è totalmente proibito; spostare dei mobili in una proprietà privata è molto faticoso, ma non è proibito dalla Toràh.
Per la definizione dell’av concorrono due criteri distinti: l’importanza del lavoro nella costruzione del mishkan e l’importanza nel lavoro di per sé. I lavori importanti nella costruzione del mishkan sono avot, escludendo quelli non importanti, e anche lavori importanti agli occhi degli uomini, anche se non c’erano nel mishkan, sono da considerarsi avot. Secondo alcuni i due criteri si applicano assieme, quindi è necessario che un lavoro sia importante e nella costruzione del mishkan. L’assenza di uno dei criteri converte l’azione in una toladàh. I rishonim discutono se nei 39 lavori siano inclusi i lavori necessari per i sacrifici che si facevano nel mishkan.
L’esistenza delle toladot, oltre dal ragionamento logico, dovuto al fatto che gli avot sono chiamati così, viene ricavato da un verso della Toràh sui qorbanot che dice “we’asàh achat mehenna”. Hennah sono gli avot – mehennah le loro derivazioni. Non c’è un numero predefinito di Toladot, ciascun av ne ha varie: nel Talmud Yerushalmi si narra che R. Yochanan e R. Laqish studiarono i lavori proibiti per tre anni e mezzo, sino a trovare 39 toladot per ciascun av. La toladàh è un lavoro parzialmente simile all’av, se però la somiglianza è totale, e cambia la tecnica dell’azione, che persegue però lo stesso scopo, o cambia l’oggetto dell’azione, che però è la stessa, non parleremo di toladàh, ma di un av. Altri invece ritengono che le azioni che riproducono gli avot nella tecnica e nel fine sono avot a loro volta, mentre quelle che utilizzano la medesima tecnica, ma hanno una finalità differente, sono delle toladot.
La ghemarà (Shabbat 73b) scrive che choresh (arare), chofer (fare una buca), choretz (fare un solco) sono un unico lavoro.
La posizione del Rambam (Hilkhot shabbat 7, 1-6 fonte 1) è particolare ed è bene conoscerla: il Rambam oltre ad assunti di carattere generale riporta anche degli esempi specifici: dopo avere elencato i lavori proibiti di Shabbat scrive che anche i lavori che hanno un’affinità con gli avot sono avot a loro volta. Cosa significa che hanno un’affinità? Il primo dei lavori proibiti di Shabbat è l’aratura. Il Rambam scrive che l’arare, il fare una buca, il fare un solco sono un av melakhàh, perché in tutti i casi si scava nel terreno. Quindi secondo Rambam ciò che definisce l’aratura è lo scavo. Subito dopo il Rambam porta un esempio rispetto alla semina: il seminare, il piantare un albero, leavrikh (piegare una pianta e conficcarla nel terreno, margotta – ringrazio il prof. Iona per il chiaramento terminologico), il fare un innesto, il taglio dei pampini sono un unico lavoro (Anche Rashì è della stessa idea – seminare è l’av per le sementi, piantare un albero per gli alberi, mentre dissente sul taglio dei pampini, ritenendo che sia una toladàh). Infatti in ciascuna di queste azioni si intende far fiorire qualcosa. E così la mietitura del grano, la raccolta di legumi, uva, datteri, olive, fichi, costituiscono un unico lavoro, perché strappando questi prodotti se ne interrompe la crescita. La Toladàh è un lavoro simile ad un av. Per esempio chi taglia della verdura per cucinarla è condannabile per una derivazione della macinazione. Infatti chi macina prende un corpo e lo divide in molti corpi, e chi fa qualcosa di simile è una derivazione della macinazione. Ugualmente chi lima il metallo per ottenerne della polvere, come fanno coloro che raffinano l’oro, compie una derivazione della macinazione. Così chi prende del latte e ci mette del caglio per separare la cagliata dal siero, compie una derivazione del separare. Se invece vi ha fatto del formaggio è passibile di pena per avere costruito, perché l’unione di varie parti per fare un corpo unico è simile alla costruzione. E ciascuno degli avot ha delle toladot secondo il modo in cui si è ragionato.
Il Ramakh (Moshè ha-Kohen di Lunel, contemporaneo del Maimonide) ritiene che i lavori proibiti di Shabbat sono 39, e se si includessero tutti quelli citati si supererebbero agevolmente i 50. Inoltre tutti i lavori citati nel Talmud non erano presenti nella costruzione del Mishkan, e questo è un criterio per stabilire se un lavoro è un av. Si devono pertanto considerare delle toladot, che vengono segnalate per dirci che se si trasgredisce ad un av e alla relativa toladàh si viene puniti solamente una volta. (La discussione fra il Rambam ed il Ramakh, come possiamo intendere dalle Tosafot, deriva da differenti versioni del testo della ghemarà).
Trovandoci all’uscita dell’anno sabbatico è giusto ricordare che le stesse categorie di avot e toladot sono presenti anche rispetto all’anno sabbatico, ma, mentre per lo Shabbat c’è un aspetto nella definizione dell’av collegato allo scopo che il lavoro persegue, per l’anno sabbatico è rilevante solamente la tecnica utilizzata, e pertanto per esempio il piantare un albero è solamente una toladàh per l’anno sabbatico.
R. Chananel segnala una situazione particolare: secondo la ghemarà chi taglia i pampini è punibile per aver piantato un albero, e chi ha piantato un albero per aver seminato. Come abbiamo visto molti pensano che il piantare un albero sia un av e tagliare i pampini altrettanto. Ma altri sono di un altro avviso e pensano che piantare un albero sia una toladàh, e tagliare i pampini sarebbe la toladàh di una toladàh.
מקורות
1) א מלאכות שחייבין עליהן סקילה וכרת במזיד או קרבן חטאת בשגגה. מהן אבות ומהן תולדות. ומנין כל אבות מלאכות ארבעים חסר אחת. ואלו הן. החרישה. והזריעה. והקצירה. והעימור. והדישה. והזריה. והברירה. והטחינה. וההרקדה. והלישה. והאפיה. והגזיזה. והלבון. והנפוץ. והצביעה. והטויה. ועשיית הנירין. והנסכת המסכה. והאריגה. והבציעה. והקשירה. וההתרה. והתפירה. והקריעה. והבנין. והסתירה. והכאה בפטיש. והצידה. והשחיטה. וההפשטה. וההעבדה. ומחיקת העור. וחתוכו. והכתיבה. והמחיקה. והשרטוט. וההבערה. והכיבוי. וההוצאה מרשות לרשות.
ב כל אלו המלאכות וכל שהוא מענינם הם הנקראין אבות מלאכות. כיצד הוא ענינן. אחד החורש או החופר או העושה חריץ הרי זה אב מלאכה. שכל אחת ואחת מהן חפירה בקרקע וענין אחד הוא.
ג וכן הזורע זרעים או הנוטע אילנות או המבריך אילנות או המרכיב או הזומר. כל אלו אב אחד הן מאבות מלאכות וענין אחד הוא. שכל אחת מהן לצמח דבר הוא מתכוין.
ד וכן הקוצר תבואה או קטנית או הבוצר ענבים או הגודר תמרים או המוסק זיתים או האורה תאנים. כל אלו אב מלאכה אחת הן. שכל אחת מהן לעקור דבר מגידוליו מתכוון. ועל דרך זו שאר האבות.
ה התולדה היא המלאכה הדומה לאב מאלו האבות. כיצד המחתך את הירק מעט לבשלו הרי זה חייב שזו המלאכה תולדת טחינה. שהטוחן לוקח גוף אחד ומחלקו לגופים הרבה. וכל העושה דבר הדומה לזה הרי זה תולדת טוחן. וכן הלוקח לשון של מתכת ושף אותו כדי ליקח מעפרו כדרך שעושים צורפי הזהב הרי זה תולדת טחינה.
ו וכן הלוקח חלב ונתן בו קיבה כדי לחבצו הרי זה חייב משום תולדת בורר שהרי הפריש הקום מן החלב. ואם גבנו ועשהו גבינה חייב משום בונה. שכל המקבץ חלק אל חלק ודבק הכל עד שיעשו גוף אחד הרי זה דומה לבנין. וכן לכל מלאכה ומלאכה מאלו האבות יש להן תולדות על דרך זו שאמרנו. ומגוף המלאכה הנעשית בשבת תדע מעין אי זה אב היא ותולדת אי זה אב היא.