Da una derashà di Rav Sacks
Alcuni anni fa le agenzie di stampa riportarono, con toni sensazionalistici, la notizia che un gruppo di ricercatori aveva simulato al computer l’apertura del Mar Rosso, arrivando ad affermare che la simulazione corrispondeva in maniera abbastanza precisa alla descrizione biblica. Il problema tuttavia non è tanto quello della scientificità o meno del miracolo, ma quanto la Torah ci dice. Il testo infatti è ambiguo, e può essere letto in due modi, che saranno poi sviluppati nella tradizione filosofica ebraica. Secondo una visione quanto avvenuto è una sospensione delle leggi di natura. Si tratta di un evento sovrannaturale, l’acqua si erge come un muro.
Per altri le leggi di natura rimasero al loro posto, la miracolosità risiede nel fatto che un certo fenomeno si verificò proprio in quel momento, quando i figli di Israele sembravano intrappolati, impossibilitati ad andare avanti per via del mare, e impossibilitati a tornare indietro per via dell’esercito egiziano che li inseguiva. C’è una differenza significativa fra queste due letture. La prima si richiama al nostro senso di meraviglia, è una visione che attira l’immaginazione di un bambino. Ma la seconda è eccezionale per un altro motivo, perché è incredibilmente ironica. La potenza dell’esercito egiziano derivava dal possesso di un’arma all’ultimo grido, il carro trainato da cavalli. Questo lo rendeva imbattibile in battaglia e molto temuto. Quello che succede è squisitamente poetico. Esiste un’unica circostanza in cui un gruppo di persone che si muovono a piedi può sfuggire a una schiera di aurighi addestrati, quella del passaggio di un fondale fangoso. Chi è a piedi può attraversarlo, ma le ruote dei carri rimangono bloccate nel fango. Ora è l’esercito egiziano che non può andare avanti né indietro. I potenti ora sono impotenti, e gli impotenti possono proseguire verso la propria libertà. Questa seconda lettura ha una profondità morale che la prima visione non possiede. Quello che colpisce è che lo stesso testo possa essere letto a più livelli. E’ scritto in modo che la nostra comprensione possa essere sempre più approfondita con la nostra maturazione, quando non ci interessa più la meccanica del miracolo, ma siamo attratti dalla scoperta di come si conquisti o si perda la libertà. Le simulazioni al computer e le ricerche storiche sono molto interessanti e possono rivelarci molti aspetti sconosciuti sulle narrazioni bibliche, ma c’è una profondità che discende dall’ambiguità voluta della narrazione. Come il ruach, il vento, ha la capacità di dividere le acque ed esporre la terra al di sotto, così il ruach, lo spirito umano, può mostrare dei significati profondi al di sotto della superficie di una storia.