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Cap. 1 Mishnah 4
1) Dall’espressione della Mishnah, che compare anche in altri passi, si può imparare che il metodo principale (e per alcuni esclusivo) per l’eliminazione del chametz è la bruciatura.
2)Le ore ricordate nella Mishnah sono ore proporzionali, della durata di un dodicesimo del periodo di luce, dall’alba all’uscita delle stelle, o secondo un’altra opinione dal netz ha-chamah (il momento in cui il sole sale sulla cima dei monti) al tramonto. Il caso riportato dalla mishnah negli anni non embolismici non presenta grosse differenze nel calcolo degli orari rispetto al sistema che adottiamo attualmente: infatti in quel periodo dell’anno in terra d’Israele il periodo di luce corrisponde a 12-13 ore, e l’ora proporzionale corrisponde pertanto a un’ora o poco più.
3) Anche se secondo la Torah è vietato consumare chametz a partire dal metà della giornata, i chakhamim hanno limitato il tempo in cui è possibile consumarlo, dal momento che è possibile confondersi fra la sesta e la settima ora.
4) Secondo R. Yehudah in questo caso, poiché sono coinvolti anche degli incolti, si deve considerare la possibilità che vi sia un errore di due ore, e per questo il consumo di chametz è limitato al termine della quarta ora. Nella ghemarà verrà spiegato che non si considera il fatto che durante la quinta ora il sole è a oriente e durante la settima, passato lo zenith, ad occidente, dal momento che in un giorno nuvoloso ci si potrebbe confondere. La regola finale segue l’opinione di R. Yehudah.
Cap. 1 Mishnah 5
1) Tutti quelli che erano tenuti a portare in offerta un qorban Todah (sacrificio di ringraziamento) prima di Pesach, lo portavano il 13 di Nissan, antivigilia di Pesach. Il sacrificio era infatti accompagnato da quaranta pani, trenta non lievitati e dieci lievitati. Il sacrificio con i suoi pani poteva essere consumato durante il giorno dell’offerta e la notte successiva. Il quattordici si sarebbero potuti consumare i pani lievitati solo sino alla sesta ora, poiché da quel momento vige il divieto di consumare chametz. Non è ammesso offrire un sacrificio in un giorno non completamente utile per la sua consumazione, perché in tal modo si rischia di non consumarlo del tutto ed incorrere nel divieto di notar. Di conseguenza non venivano portati questi tipi di sacrifici il quattordici di Nissan, e tanto più durante tutta la festa di Pesach. Per questo chi desiderava portare un qorban todah lo faceva il tredici di Nissan. Anche in questo modo, per via della quantità inusuale di sacrifici che caratterizzavano quella giornata, numerosi pani venivano invalidati, essendo trascorso il tempo massimo per il loro consumo. Due di questi venivano posti sul colonnato per indicare al popolo il momento dal quale era vietato godere del chametz, e successivamente era vietato consumarne. Infatti, se fossero stati ancora consumabili, non li avrebbero posti sul colonnato, invalidandoli tramite un’azione diretta.
2) Secondo R. Gamliel fino a quando non è strettamente necessario, al termine della quinta ora, è possibile consumare del chametz derivante dalla terumah. La regola finale non segue l’opinione di R. Gamliel.
Cap. 1 Mishnah 6
1) Con questa espressione viene indicato l’aiutante del Sommo Sacerdote, che lo sostituiva nel servizio del giorno di Kippur, per via di una sopraggiunta impossibilità a svolgere il servizio.
2) Questa Mishnah, che compare anche nel secondo capitolo del trattato ‘Eduiot, è riportata qui per via di quanto verrà spiegato nella mishnah successiva. La domanda è se è possibile bruciare della carne sacrificale che ha contratto un grado di impurità più leggero assieme a della carne maggiormente impura. I principi generali che regolano le norme di purità sono enunciati all’inizio dell’ordine Toharot della Mishnah. In generale il massimo grado di impurità è quello proprio di un cadavere, che è considerato avì avot ha-tumah (“il padre dei padri dell’impurità”). Chi vi entra a contatto, sia esso un essere umano o un oggetto, è considerato av ha-tumah (“padre dell’impurità”). Esistono varie categorie di avot ha-tumah. Chi entra a contatto con un av ha-tumah diviene rishon latumah (primo livello di impurità). Chi ha contratto questo livello di impurità potrà rendere impuri a propria volta solamente cibi o bevande, che divengono a loro volta shenì latumah (secondo livello di impurità). Per la Terumah è ammesso un terzo grado di impurità e per i sacrifici un quarto. Tutti i livelli, a partire del primo, sono considerati dei derivati del livello superiore.
3) Nella ghemarà verrà spiegato che il caso descritto è quello di carne che è entrata a contatto con shenì latumah (secondo grado di impurità), e quindi è shelishì latumah (terzo grado di impurità). I sacerdoti non si astenevano dal bruciare questa carne assieme a della carne che era entrata a contatto con un av ha-tumah, ed era quindi rishon latumah (primo livello di impurità), anche se il contatto avrebbe comportato l’acquisizione di un grado di impurità maggiore da parte della carne caratterizzata dal terzo livello di impurità, che entrando a contatto con la carne del primo livello sarebbe passata al secondo. I sacerdoti infatti erano attenti a non rendere impura della carne pura, ma non evitavano invece di rendere maggiormente impura della carne impura a sua volta. Questa aggiunta di impurità è solamente di origine rabbinica, perché secondo la Torah “il cibo non rende impuro il cibo”, e visto che la carne in questo caso è destinata ad essere bruciata, non c’era motivo di preoccupazione.
4) Il tevul yom è una persona che è impura e ha già effettuato la tevilah (bagno rituale) per purificarsi, ma deve attendere la sera per considerarsi puro. In questo momento è shenì latumah (secondo grado di impurità). Se in questo lasso di tempo il tevul yom tocca dell’olio di terumah lo rende shelishì latumah (terzo livello di impurità). E’ permesso godere di olio di terumah che sia stato reso impuro.
5) Secondo l’interpretazione dei Maestri, il metallo acquisisce il medesimo livello di impurità di ciò con cui entra in contatto. Per esempio se un recipiente di metallo viene a contatto con un cadavere assume il suo stesso grado di impurità. La ghemarà spiega che il lume di cui si parla è fatto di metallo ed è rishon latumah (primo livello di impurità). L’olio, che ha assunto in precedenza il terzo livello di impurità, entrando a contatto con un lume metallico sale anch’esso al primo livello di impurità. Il fatto che divenga più impuro di quanto non fosse in precedenza non viene avvertito da R. Aqiva come un problema. Quanto affermato da R. Aqiva descrive un caso differente da quello precedente, in cui c’era un passaggio dal terzo livello di impurità al secondo.
Cap. 1 Mishnah 7
1) Da quanto affermato da R. Chaninà e R. Aqivà nella mishnah precedente, che è possibile bruciare assieme della carne caratterizzata da un livello inferiore di impurità e della carne con un livello superiore di impurità, R. Meir impara che è possibile bruciare assieme della terumah pure assieme a della terumah impura, anche se così facendo la terumah pura diverrà impura. L’opinione di R. Meir deriva dall’idea che R. Chaninà e R. Aqiva si riferiscano ad un tipo di trasmissione di impurità di origine rabbinica, paragonabile a quello descritto in questa mishnah.
2) R. Meir ritiene che sia concesso bruciare assieme la terumah pura e quella impura anche se è vietato mangiare la terumah pura durante la sesta ora della vigilia solo per via di una disposizione rabbinica.
3) R. Yosè non è d’accordo con R. Meir, perché quanto affermavano in precedenza R. Chaninà e R. Aqivà si riferisce ad un caso differente, in cui si aggiunge impurità a qualcosa che è già impuro di per sé. R. Yosè non condivide l’idea che il tipo di trasmissione di impurità descritto nella mishnah precedente sia di origine rabbinica, ma ritiene che derivi dalla Torah. La halakhah nel nostro caso segue l’opinione di R. Yosè.
4) R. Eli’ezer e R. Yehoshua’ sono d’accordo con R. Yosè, ma la loro opinione differisce riguardo al caso di una terumah la cui impurità sia dubbia. Sarà permesso bruciare tale terumah assieme ad una terumah sicuramente impura? Secondo R. Eli’ezer, che ritiene che si debba preservare anche la terumah la cui impurità è dubbia, è proibito, per R. Yehoshua’ è permesso.