Seminario 70° dalla Fondazione dello Stato d’Israele – C.R.I Roma – 15 aprile 2018 – R. Ch. Yiar 5778 – I giorno)
(1) Mishnah, Terumot 8,12: “(Nel caso di) donne (ebree) cui gli stranieri abbiano detto: ‘Consegnateci una di voi e la violentiamo (lett. contaminiamo), altrimenti vi violenteremo tutte’, si lascino violentare tutte ma non consegnino un’anima in Israel”.
(2) Talmud Yerushalmì, Terumot, ad loc.: “Se un gruppo di viandanti (ebrei) si imbatte negli stranieri che dicono loro: ‘Consegnateci uno di voi e lo uccideremo, altrimenti vi uccidiamo tutti’, si lascino uccidere tutti ma non consegnino un’anima in Israel. Se però (gli stranieri) hanno indicato per nome uno di loro come era accaduto con Sheva’ ben Bikhrì e abbiano detto: ‘Consegnateci il tale, altrimenti vi uccideremo tutti’, in questo caso è permesso consegnare la persona indicata per salvare le altre”. Su questo caso discutono R. Shim’on ben Laqish e R. Yochanan (III sec.). Secondo R. Yochanan per autorizzare la consegna è sufficiente da parte degli stranieri una richiesta nominativa; R. Shim’on ben Laqish ritiene invece che per la consegna occorre anche che sulla persona designata penda una condanna capitale, come effettivamente nel caso di Sheva’ ben Bikhrì. – Un certo ‘Ullà bar Qoshev era ricercato dai Romani e riparò a Lod presso R. Yehoshua’ ben Levì. Dopo che ebbero circondato la città, R. Yehoshua’ prese la decisione di consegnarlo. Da quel momento Eliahu ha-Navì smise di visitare R. Yehoshua’ come aveva fatto per l’addietro regolarmente. R. Yehoshua’ lo evocò mediante digiuni: “Perché non mi visiti più”? “Forse che devo venire a trovare un delatore?” fu la risposta. “Ho messo in pratica la Mishnah!” protestò R. Yehoshua’, ma Eliahu ha-Navì gli ribatté: “Forse che la prescrizione della Mishnah si addice a un Chassid come te (Mishnat Chassidim)?”
(3) 2 Shemuel, 20 (riassunto): Sheva’ ben Bikhrì era passibile di morte per essersi ribellato contro il re David e si era barricato entro le mura di Avèl Bet Ma’akhah. Quando Yoav generale di David mise l’assedio alla città una “donna saggia” tentò di trattare con lui la liberazione. Yoav le spiegò di essere alla ricerca di Sheva’ in quanto “aveva levato la sua mano contro il re”. La donna fece uccidere Sheva’ dagli abitanti della città, ne consegnò la testa a Yoav e l’assedio fu tolto.
(4) Maimonide, Hil. Yossodè ha-Torah 5,5: “Se è passibile di morte come Sheva’ ben Bikhrì lo si consegni, ma a priori non si insegna così (eyn morìn); se però non è passibile di morte come Sheva’ ben Bikhrì è preferibile che si lascino uccidere tutti ma non consegnino un’anima in Israel”.
(5) Ta’anit 18b: “La figlia dell’imperatore fu trovata uccisa e si disse che erano stati gli Ebrei. Fu emesso un decreto contro la Comunità Ebraica. Lulianus e Pappus si offrirono di risparmiare Israel, dicendo: ‘siamo stati noi’ e il re uccise solo loro”.
(6) Shofetim 15, 11-13: “Allora tremila uomini di Yehudah scesero alla valle tra le rocce di ‘Etam e dissero a Shimshon: ‘Non sai che i Filistei dominano su di noi? Cosa ci hai fatto?’ Egli rispose loro: ‘Come hanno fatto a me ho fatto a loro’. Ed essi dissero: ‘Siamo scesi per legarti, per consegnarti in mano dei Filistei’. Shimshon disse loro: ‘Giuratemi che non mi colpirete voi’. Ed essi gli dissero così: ‘No, noi ti legheremo, ti consegneremo nelle loro mani, ma non ti metteremo a morte’”.
(7) Malbim ad loc.: “E’ lecito consegnare una persona designata se è passibile di morte come Sheva’ ben Bikhrì sebbene sia colpevole solo mi-din malkhut e non mi-din Torah; e se costituisce una minaccia per la collettività di Israel (rodèf rabbim) è lecito consegnarlo persino se non è stato indicato per nome”.
(8) Sefer Chassidim, par. 679: “Se persone si trovano in mare e si leva contro di loro una tempesta tale da sfondare la nave e da annegare, mentre le altre navi viaggiano tranquillamente, è chiaro che c’è in quella nave un responsabile e si è autorizzati a gettare sorti. Colui sul quale cade la sorte due o tre volte di seguito è lecito gettarlo in mare. E si deve pregare che (la sorte) non cada su chi è innocente, ma solo sul colpevole, come è scritto: ‘D. d’Israel, consegna l’integro’ (1Shem. 14,41) ed ancora: ‘e la sorte cadde su Yonah’ (1,7). E’ inoltre scritto: ‘Prendetemi e gettatemi in mare’ (v. 12). Perché Yonah non ha voluto gettarsi in mare da sé? Essendo i marinai “figli di Noach” ha preferito che fossero loro a gettarlo”. Par. 701: “Se vi sono persone nella nave e vi è tempesta, non si è autorizzati a tirare le sorti, come fecero con Yonah figlio di Amittay. Là tutta la vicenda viene da D., inoltre sapevano tirare le sorti, mentre ora non ci si può più basare sulla sorte”.
Possiamo a questo punto sintetizzare la Halakhah nel modo seguente:
- Se il candidato alla consegna mette a repentaglio con il suo comportamento la sicurezza della Comunità può essere consegnato anche se non è stato esplicitamente identificato dall’autorità. La logica è che altrimenti soccomberebbero tutti insieme a lui.
- Se il candidato alla consegna è stato identificato ed è passibile di morte secondo il diritto ebraico può essere consegnato.
- Se il candidato alla consegna è stato identificato ed è passibile di morte solo per sentenza del tribunale statale si deve fare di tutto per salvarlo dalle mani di questi “fino allo sfinimento”.
- Tutto ciò a condizione che sia davvero colpevole. Se l’accusa non è provata e si teme che una volta consegnato possa essere ucciso ingiustamente è proibito consegnarlo.
(9) Bavà Matzi’à 62a: “Due individui sono in viaggio e uno dei due è provvisto di una borraccia d’acqua: se bevono entrambi muoiono, mentre se beve uno solo dei due ha la possibilità di raggiungere l’abitato più vicino. Ben Petorà interpretava che è meglio che entrambi bevano e muoiano piuttosto che uno debba assistere alla morte dell’altro. Finché giunse R. ‘Aqivà e insegnò: ‘La vita di tuo fratello è con te (ma non più di te – Wayqrà 25,36)’; la tua vita ha la precedenza su quella di tuo fratello”.
(10) Rav M.A. Amiel, “Ethics and Legality in Jewish Law”, Amiel Library, Gerusalemme, 1992, p. 67 (ingl.): “L’apparente contraddizione con Terumot può essere risolta facendo una distinzione fra consegna attiva (chiyuv o ma’asseh) e consegna passiva (shelilah o meni’ah). Se si segue la logica di R. ‘Aqivà e non si passa la borraccia dell’acqua al compagno, la morte di quest’ultimo è semplicemente la conseguenza passiva di un’azione mancata. All’opposto consegnare un’anima ebraica agli assassini è provocarne attivamente la morte. Ecco perché in quest’ultimo caso il principio per cui ‘la tua vita ha la precedenza’ non vale. E’ meglio morire piuttosto che consegnare alla morte il proprio fratello”.
(11) Sol Roth, “Halakhah and Politics, The Jewish Idea of a State”, Ktav, New York, 1988, p. 108-111: “Dal momento che ciascun essere umano è stato creato a immagine divina, ogni singola personalità è dotata di valore infinito”.