I commentatori hanno individuato vari legami fra la parashah di Miqqetz e Chanukkah. Un primo accenno, riportato dall’Eliah Rabbah (Orach Chayim 670), trova un riferimento a Canukkah nei termini וטבח טבח והכן, dove il termine wehakhen, unito all’ultima lettera di tevach ha le stesse lettere che compongono il termine Chanukkah. Le prime due parole unite hanno il valore numerico di 44, corrispondente al numero dei lumi di Chanukkah comprensivi dello shammash.
Un secondo accenno è collegato al valore numerico di יוסף, che è lo stesso di מלך יון e אנטיוכוס, 156 (Megalleh ‘amuqqot). Yosef è il modello di chi si confronta con una cultura straniera, mantenendo la propria identità. Yosef è, a differenza dei patriarchi, chiamato ha-tzadiq.
La differenza fra ציון e יון è proprio la lettera tzadiq, per indicarci che per avere la meglio su Yavan è indispensabile, fra tutte le figure di riferimento proprie del nostro orizzonte spirituale, lo Tzaddiq, Yosef.
Nel termine שנתים, che troviamo all’inizio della parashah, c’è un riferimento ad una famosa halakhah di Chanukkah, שמאל נר תדליק, ימין מזוזה, a sinistra accendi il lume, a destra la mezuzah (Shiltè Ghibborim su Shabbat 21). La tecnica interpretativa utilizzata è chiamata notariqon. Ogni lettera di un certo termine viene usata come iniziale di un altro termine.
Relativamente all’ordine di accensione il Maharam scrive che si rispetta il principio secondo cui “kol ponot sheattah poneh derekh yamin- tutte le volte che ti volgi verso destra”, principio ampiamente utilizzato per il servizio dei kohanim nel bet ha-miqdash. Quindi ogni giorno si accende il lume aggiunto, che è quello relativo al miracolo di quella giornata, e si procede nell’accensione verso destra.
Secondo la halakhah se la chanukhiah viene posta all’uscio della casa viene posta alla destra di chi entra nella casa, ma se c’è una mezuzah alla porta, la chanukhiàh viene posta a sinistra.
La domanda è però quale sia il legame fra queste due mitzwot, lumi di chanukkah e mezuzah : le Sheiltot (parashat Waishlach) comprendono nel discorso anche lo tzizit, di modo tale che si possa essere circondati dalle mitzwot.
In massekhet Soferim (20,3), per spiegare questo rapporto, viene portato un riferimento ad un verso del Cantico dei cantici מה יפית מה נעמת – “come sei fatta bella e piacevole”. Questo testo rispetto al precedente aggiunge due elementi: che il legame fra le due mitzwot è indicato in un verso, e che anche la tecnica della mitzwah è la medesima, perché, massekhet Soferim anziché parlare genericamente del “palmo vicino all’uscio”, come avviene nelle Sheiltot, parla di “palmo vicino alla proprietà pubblica”, quindi esternamente, come la mezuzah. La Meghillat ta’anit, che viene citata in una teshuvah da Rav Ytzchaq Weiss (Minchat Ytzchaq 6,66), sostiene che a priori la chanukiah vada messa all’uscio nel palmo vicino alla proprietà pubblica esternamente, se ha timore dei beffardi nel palmo vicino all’uscio internamente, nel momento del pericolo lo ponga sul tavolo e gli basti. Per questo motivo, secondo Rav Weiss, visto che di questi tempi i beffardi abbondano, non si usa più accendere la chanukkiah all’uscio all’esterno, anche se in ciò non vi è al giorno d’oggi alcun pericolo. L’accensione rivolta verso l’esterno, secondo questa visione, dipende anche dalla “capacità di ricezione” della luce di chi si trova all’esterno. Rav Weiss, per difendere la liceità della posizione di chi accende all’interno, si avvale di fonti anche non propriamente halakhiche, citando ad esempio R. Shelomò di Radonzk (Tiferet Shelomò,Mo’adim, Chanukkah), che scrive che l’accensione all’esterno corrisponde al periodo in cui i miracoli di H. erano manifesti, allo stesso modo in cui saranno alla fine dei giorni, mentre l’accensione all’interno rappresenta i nostri tempi, in cui i miracoli divini sono nascosti.
Lo Sfat Emet (Bereshit, Chanukkah 5634) sostiene che i lumi di Chanukkah abbiano il potere di aprire le porte del timore del Cielo, e solo quando si apre questa porta nel cuore dell’uomo può penetrare la luce della Torah, e per questo è significativo accendere i lumi, quando è possibile, sulla porta.