Gli elementi della devozione
http://www.anzarouth.com/2010/10/mesilat-yesharim-19-devozione-elementi.html
Messilat Yesharim, Rabbi Moshe Chaim Luzzatto, traduz. e note di Ralph Anzarouth
E spiegheremo ora le tre diramazioni dell’amore [di Hashem] che abbiamo elencato in precedenza: la dedizione, la gioia e la gelosia.
La dedizione consiste in un così grande attaccamento del cuore di un uomo al Suo Nome benedetto, tale da smettere di occuparsi e di prestare attenzione a tutto ciò che non è Lui[1]. Ed è l’esempio trovato da Salomone (Proverbi 5, 19): “Cerbiatta adorata e gazzella aggraziata; il suo petto ti sazierà in ogni momento e la passione per lei ti entusiasmerà sempre”. E i nostri Maestri dissero nella Ghemarà (Talmud Bavli, trattato Eruvin 54b): “Si diceva di Rabbi Elazar ben Pedat che quando era seduto a studiare la Torà al mercato inferiore di Tzippori 23, il suo panno si trovava al mercato superiore di Tzippori”[2].
Lo scopo di questa attitudine è di essere uniti in questo modo al Creatore in ogni istante. E chi ama il proprio Creatore avrà questo attaccamento perlomeno durante il proprio servizio divino 24. E nel Talmud Yerushalmi dissero (trattato Berakhot 5, 1): “Rabbi Chanina ben Dosa stava in piedi pregando: quando venne un serpente e lo morse, egli non interruppe la sua preghiera […][3]. I suoi allievi gli chiesero: Rabbi, non hai proprio sentito niente? Al che rispose: Posso giurarlo, il mio cuore era così immerso nella preghiera che non me ne sono accorto”. E la Torà ci ha già esortato parecchie volte a unirci [a Hashem]: (Deut. 30, 20) “Per amare il Signore tuo D-o […] e unirti a Lui; (ibid. 10, 20) “Unisciti a Lui”; (ibid. 13, 5) “Unitevi a Lui”. E [il re] David disse (Salmi 63, 9): “La mia anima si aggrapperà a Te”. Tutti questi versetti [insegnano] lo stesso principio: l’attaccamento dell’uomo a D-o benedetto, da cui non può più separarsi né allontanarsi. E i nostri Maestri di benedetta memoria dissero (Midrash Bereshit Raba 80): “Disse Rabbi Shimon ben Lakish: il Santo, benedetto Egli sia, ha usato tre termini affettuosi per il Popolo Ebraico: attaccamento, brama e desiderio. E noi li impariamo dal brano della Torà che parla di Shekhem figlio di Chamor 25”. Questi termini sono esattamente le ramificazioni principali dell’amore. Cioè il desiderio (di cui abbiamo parlato in precedenza), l’attaccamento, la soddisfazione e il piacere che si prova quando ci si occupa di chi si ama.
Note del traduttore:
[23] Città della Galilea. Studiando la Torà ci si unisce ad Hashem in modo tale da trascurare le proprie occupazioni terrene per correre verso lo studio.
[24] L’autore si riferisce in particolare alla preghiera (come nell’esempio che segue) e al compimento delle Mitzvot (Rot).
[25] Shekhem è il cananeo criminale che rapì e violentò Dina, la figlia di Giacobbe (si veda il capitolo 34 della Genesi). Abbiamo già parlato di questa triste vicenda nel capitolo 4 sulla prudenza.
Commento
[1] La devequt di cui Ramchal parla in questo capitolo è una derivazione della chasidut, ma ve n’è un’altra, che verrà illustrata nell’ultimo capitolo, che è una derivazione della qedushah, per mezzo della quale un individuo, pur essendo in questo mondo, lo trascende totalmente, arrivando al cospetto di H. Fra le parti dell’amore, la devequt è l’unica per la quale esiste una mitzwah esplicita della Torah, distinta dal comandamento generico di amare H. Il Rambam (De’ot 6,2), descrivendo questa mitzwah scrive che, non essendo possibile unirsi ad H., si applica frequentando più possibile i talmidè chakhamim, unendosi a loro non solo nello studio, ma anche negli affari e nei legami familiari. Sha’arè Teshuvah (3,17) inserisce la devequt fra gli scopi più alti per cui è stato creato l’uomo, ma la sua visione è differente da quella di Rambam, poiché fa riferimento all’ambito spirituale, al pensiero ininterrotto di H.
[2] Attraverso il verso e la citazione della ghemarà Ramchal vuole mostrare che non esiste la distinzione fra una vita religiosa ed una secolare, ma che la devequt si manifesta in ogni momento dell’esistenza.
[3] Gli allievi certamente sapevano che il maestro metteva grande concentrazione nella preghiera, ma si stupiscono quando vedono che la sua concentrazione sfocia nella devequt.