Bavà Qammà 30a: Disse Rav Yehudah: Chi desidera essere Chassid, deve mettere in pratica gli insegnamenti di Neziqin; c’è invece chi dice: gli insegnamenti di Berakhot; c’è infine chi dice: gli insegnamenti di Avot.
Maharal e Maharshà ad loc.: L’uomo deve ricercare la shelemut. Egli è costituito da tre parti: il corpo, l’anima e il denaro. Ciascuna delle tre parti corrisponde a un aspetto delle umane relazioni: la relazione dell’uomo con se stesso (tov le-‘atzmò: corpo), con il suo Creatore (tov la-Shamayim: anima), con gli altri uomini (tov la-beriot: denaro). Neziqin (danni) si riferisce alla relazione con gli altri; Berakhot si riferisce alla relazione con il Cielo; Avot si riferisce alla relazione con se stesso, in quanto questo trattato sviluppa il perfezionamento individuale.
Le iniziali di mamon, guf, nefesh formano la parola maghen: maghen hu le-khol ha-chossim bo. We-ahavtà et H. Eloqekha be-khol levavekhà u-v-khol nafshekhà u-v-khol meodekha. Levavekhà si riferisce agli istinti e dunque al guf; nafshekhà come dice la parola stessa si riferisce all’anima; meodekha si riferisce al mamon (v. Rashì – Bet Mo’ed le-khol Chay 16,6 a nome del ‘Emeq Berakhah 93a).
Avot 1,2: Su tre cose il mondo poggia: sulla Torah, sulla ‘Avodah (servizio Divino) e sulla Ghemilut Chassadim (opere di assistenza): rispettivamente rivolte a se stesso (la Torah è il massimo del perfezionamento individuale), a D. e al prossimo.
Avot 2,10: “R. Eli’ezer diceva: Ti sia cara la dignità del prossimo come la tua stessa, non essere pronto all’ira, fai Teshuvah il giorno prima della tua morte”. Se l’uomo mette in pratica il primo insegnamento certamente sarà integro con gli altri; se mette in atto il secondo insegnamento sarà integro con se stesso, perché l’ira intacca l’essenza stessa dell’uomo, come dice il versetto: “Leva l’ira dal tuo cuore ed estirperai il male dalla tua carne (we-hasser ka’as mi-libbekha we-ha’aver ra’ah mi-bessarekha: Qohelet 11,10); se metterà in atto il terzo insegnamento, che consiste in pratica nel fare Teshuvah ogni giorno (Rashì a Shabbat 153a), ripristinerà i suoi rapporti con il Creatore.
I primi comandamenti della seconda tavola: Non uccidere si riferisce all’anima, perché chi sopprime una vita sopprime l’immagine di D. che è nella persona; non commettere adulterio si riferisce al corpo; non rubare si riferisce al denaro.
Le tre Tefillot quotidiane (Netivot ‘Olam, cap. 3): Shachrit è stata istituita ke-neghed shenah shel shachrit che è una necessità corporale; Minchah è stata istituita a metà giornata, mentre la persona è immersa nel proprio lavoro (denaro) ed è costretta a interromperlo; ‘Arvit si recita la sera, quando la persona ritiene di potersi dedicare al riposo dell’anima.
Be-zot yavò Aharon el ha-Qodesh (Wayqrà 16,2): “Con questo Aharon si presenterà nel Qodesh per Yom Kippur. A cosa allude la parola zot? Il valore numerico è 408 = 136 x 3. Scrive il Chidà nel Nachal Qedumim che vi sono tre parole che valgono 136:
tzom = digiuno in corrispondenza del corpo (Teshuvah)
qol = voce in corrispondenza dell’anima (Tefillah)
mamon = denaro: l’importanza di sostenere il prossimo e compiere opere di bene (Tzedaqah)
Mishnah, Rosh ha-Shanah 1,2 (16a): “In quattro stagioni il mondo viene giudicato: a Pessach per il frumento; a Shavu’ot per i frutti dell’albero; a Rosh ha-Shanah tutti coloro che vengono al mondo passano dinanzi a Lui come Benè Meron, come è detto: “Colui che crea insieme i loro cuori, che comprende tutte le loro azioni” (Tehillim 33,15); a Sukkot, infine, si viene giudicati per l’acqua (delle piogge)”… (18a): Che cosa significa: “Come Benè Meron”? Qui (in Babilonia) lo traducono (in aramaico) ki-vnè imarna (lett. come figli del gregge); Resh Laqish dice: Come la salita di Bet Meron; Rav Yehudah a nome di Shemuel dice: Come le truppe della casa di David”.
Maharal, Chiddushè Aggadot ad loc.: La prima spiegazione si riferisce al S.B. che si comporta come un pastore che conta il suo gregge per fornire la decima. Gli uomini sono considerati dall’Alto in basso come animali che non sanno quello che fanno. E’ la prospettiva dell’uomo rispetto a QBH.
La seconda spiegazione prende in considerazione gli esseri umani in quanto tali, ma come creature singole. La salita di Bet Meron è infatti una località scoscesa con il baratro da una parte e dall’altra, dove il passaggio è consentito a un solo individuo per volta. Ognuno di noi è un mondo a sé e il S.B. si fa dunque di noi un’idea individuale. Come si spiega in Sanhedrin 38a ogni essere umano è creato unico (yechidì), con i propri tratti, il proprio carattere e il proprio livello (madregah) e così merita di essere considerato. E’ la prospettiva dell’uomo preso per se stesso.
La terza spiegazione interpreta Meron come espressione di “signoria” (marut: D. è qui il Re) e prende in considerazione l’umanità come comunità. Un esercito non può infatti vincere una guerra se non è coeso: in una condizione di ordine interno (seder) tale da essere il risultato della giusta combinazione (chibbur) delle madregot di tutti. E’ la prospettiva dell’Uomo preso rispetto al suo prossimo e ai suoi simili.