Umberto Fortis - 2025, Toscana Ebraica
Il medioevo ha visto la lenta, costante evoluzione di pesanti pregiudizi e di manifestazioni di odio nei confronti del popolo ebraico. La propaganda antigiudaica, orientata in un primo tempo sul piano teologico, si muta, con il passare degli anni, anche in violenza e persecuzione, aggiungendo, alle già gravi accuse, il sacrificio e la morte. Infedeli e deicidi, usurai e avvelenatori dei pozzi, untori durante la peste, colpevoli di uccisione di bambini a scopo rituale: è l'infamante insieme di stereotipi che si diffonde nel tempo. La letteratura, e la narrativa in particolare, trovano perciò spesso fertile terreno d'ispirazione nell'immagine negativa dell'ebreo così ampiamente diffusa, contribuendo in tal modo, con storie e novelle, ad accrescere, a livello popolare, il già radicato odio antigiudaico, raccomandato nelle violente prediche di francescani e domenicani. Accanto ai "tristi giudei" dei racconti di Franco Sacchetti, ingannati o vili ingannatori dei cristiani, o al cupo giudeo di Mestre, l'usuraio di Ser Giovanni Fiorentino, che pretende la libbra di carne dal suo debitore, non poteva mancare l'ebreo macchiato di omicidio rituale nei confronti di innocenti. Tale, tra i tanti, è appunto il giudeo del racconto della priora, uno tra i più noti dei Canterbury's Tales di Chaucer (1386-87).
