Riflessione di un lettore di Kolot
Sul Corriere della Sera di Martedì 19 Ottobre, Amos Luzzatto rilascia un’intervista, in cui, tra le altre cose risponde alle affermazioni fatte da Buttiglione sugli omosessuali. Non avrei mai pensato che il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche potesse esprimere tali giudizi al riguardo, ed è per questo motivo che ho pensato di rispondergli, prendendo spunto dalle sue parole ed analizzandole, frase per frase, da un punto di vista ebraico. Riporto ora parte dell’intervista, con il mio commento scritto in corsivo.
Ripartiamo da quell’audizione in cui Buttiglione è intervenuto su gay, famiglia, ruolo della donna…
«Non era opportuno che Buttiglione esprimesse in quella sede le sue posizioni intransigenti di carattere religioso. Non vedo il motivo per cui Buttiglione non avrebbe dovuto esprimere il suo pensiero in quella sede come in qualsiasi altro posto. Forse dal punto di vista di Luzzatto un religioso dovrebbe rimanere sempre in silenzio, tenendosi quello che pensa per sé, mentre un laico può esprimere liberamente tutto quello che vuole? E’ forse questo il suo concetto di libertà d’espressione e democrazia? Chi riveste cariche pubbliche che rappresentano tutti non può fare dichiarazioni che superano il limite tra ambito civico e ambito religioso. Quindi chi riveste una carica pubblica, anche se eletto dalla maggioranza delle persone, non può fare dichiarazioni a carattere religioso? Perché? Sembra ironico, ma questo mi sembra fondamentalismo laico. A meno che qualcuno non creda di possedere la verità assoluta. Invece Luzzatto pensa di averla, visto che esprime giudizi sulle parole degli altri? Ma, in questo caso, gli appartenenti alle altre religioni sarebbero degli immorali, dei perduti? Può anche essere, ma finché questo rimane un proprio pensiero non vedo il motivo per cui uno non possa esprimerlo. Se io penso che solo un ebreo religioso abbia parte nel mondo futuro, questo non significa che devo andare in giro a fare proselitismo o ad attaccare gli altri per portarli verso la mia religione, ma penso anche che se voglio esprimere un mio pensiero sono libero di farlo senza che Luzzatto mi attacchi per questo».
L’omosessualità è condannata anche dalla religione ebraica.
«Sì, ma il punto non è questo. Come il punto non è questo? Luzzatto chi rappresenta se non le comunità ebraiche? Come può dire una cosa che contrasta palesemente contro l’ebraismo? Se a lui interessano più i diritti degli omosessuali rispetto all’ebraismo, gli consiglierei di dimettersi dalla presidenza delle Comunità Ebraiche e di candidarsi come prossimo presidente dell’associazione Arcigay. Nelle religioni esistono principi che dicono “no”, però uno stato laico pluralista non deve e non può trasformare la morale religiosa in diritto pubblico Quindi bisognerebbe togliere anche la macellazione secondo il rito ebraico, bisogna abolire le circoncisioni, i matrimoni, i divorzi e tutta la parte concernente il rapporto tra Stato e Religione, vero?».
Buttiglione, a proposito dell’omosessualità, ha parlato di «peccato».
«Per gli ebrei non c’è “peccato”, ma trasgressione; e la trasgressione porta a riprovazione: non a condanna, non a tribunali. Nell’ebraismo non esistono i tribunali? Non esistono le condanne? Dove l’ha letta una cosa simile? Se mi è permesso gli consiglierei di leggere l’ultima parte dello Shulchan Aruch (il choshen mishpat), che riguarda appunto tutta la parte del diritto ebraico. Comunque, stando pure ai termini e alle categorie usati da altri, io domando: l’onanismo è peccato? Si, e allora? E dunque il politico deve entrare su questo tema, legiferare in proposito? Se la cosa riguardasse il diritto civile, come nel caso del matrimonio, ovviamente si! Uno stato che si addentra su questi terreni torna indietro di secoli. Quindi vuol dire che se fosse fatta una legge anche in favore dell’ebraismo, questa non dovrebbe essere legiferata solamente perché tocca argomenti religiosi? Mi spaventa un’ipotesi del genere spaventa il fatto che la morale religiosa entri nel diritto civile? Se vedo una persona che ha una paura del genere, sospetterei subito della sua condotta, perché allora, oltre all’omosessualità, quali altre caratteristiche possono essere considerate “peccato”, o sospette? Probabilmente Luzzatto preferisce la “moralità” laica, in cui ognuno si lascia alle sue più sfrenate pulsioni, solo in nome di una tanto famigerata “libertà”?».
Una famiglia può essere composta solamente da un uomo e da una donna. Non da due uomini e non da due donne. Senza l’unione di un genere femminile con uno maschile, non si può avere della prole. Questo è vero da un punto di vista genetico, evolutivo, sociale, biologico, relazionale, giuridico, ed anche religioso. Se poi Luzzatto non riconosce questo elementare principio, non saprei più che rispondergli.
Israel