L’ebraismo si presenta in modo preminente come una religione di libertà. La libertà non va intesa nella sua accezione più moderna, come capacità di fare ciò che più ci piace, ma la capacità di fare ciò che dobbiamo, divenendo dei partner di D. nella creazione di un ordine giusto. Il primo modo di concepire la libertà porta alla creazione di una cultura dei diritti, la seconda conduce ad una cultura della responsabilità. Il tema delle prime due parashot del libro di Bereshit, prima a livello individuale, poi collettivo, hanno come tema il fallimento della responsabilità.
Non si tratta di una cosa da poco: nella storia umana, da quando abbiamo delle testimonianze, gli esseri umani hanno attribuito le proprie disgrazie a fattori esterni alla propria volontà, prima le stelle, il destino, gli dei, oggi la famiglia, l’ambiente, i geni, il sistema educativo, la politica, e se gli altri parafulmini non funzionano, gli ebrei. C’è una barzelletta molto istruttiva. Un rabbino durante un anno scolastico cercò di insegnare ad una classe molto indisciplinata il libro di Giosuè. La classe non fu molto interessata al corso, e alla fine dell’anno il rabbino decise di preparare un esame molto facile. Chiese ad uno studente: chi ha distrutto le mura di Gerico? Lo studente rispose: per favore prof, giuro che non sono stato io! Scandalizzato il rabbino mandò a chiamare i genitori dello studente. Questi però, anziché scusarsi risposero indignati: se nostro figlio ha detto che non è stato lui, non è stato lui! Il rabbino disperato allora si appellò al presidente della congregazione per cui lavorava. Il presidente ascoltò la storia, e al termine tirò fuori il libretto degli assegni e disse al professore: ecco mille dollari, ripara il muro e non ti lamentare! Il mondo in cui viviamo è tappezzato da scarichi di responsabilità.
Questo ha creato una cultura delle vittime. Oggi il modo migliore per ottenere simpatia per la propria causa è presentarsi come una vittima. Questo porta grandi vantaggi. La gente ti supporta e non ti critica, ma ci sono anche degli svantaggi: una vittima è un oggetto e non un soggetto, cercando le cause del proprio malessere all’esterno, la vittima non è in grado di uscire dalla propria condizione. Chi appoggia la vittima, anziché aiutare il prigioniero ad uscire dalla prigione, lo blocca e buttandone la chiave. La chiamata divina all’inizio della parashah di Lech lechà è uno degli snodi fondamentali nella storia dell’umanità, e l’inizio di un lungo viaggio verso la libertà. Tre delle grandi rivoluzioni nel pensiero umano sono stati incoraggiate da individui di origine ebraica: Spinoza, che sosteneva che tutto il comportamento umano è spiegabile per mezzo di leggi causa-effetto; Marx, che si concentrava invece sui fattori materiali, in modo particolare economici; Freud, che sosteneva che i comportamenti umani dipendono in gran parte dalle esperienze dell’infanzia, principalmente dal rapporto conflittuale fra padri e figli. Probabilmente questi pensatori hanno fornito la spiegazione migliore dell’ordine divino ad Avraham. La terra rappresenta la proprietà, il luogo di nascita il fattore genetico, la casa paterna il rapporto con il padre. Per questo H. dice di lasciare la terra, il luogo di nascita e la casa paterna. La libertà non è un fattore congenito dell’umanità. Va sviluppata, come tutte le altre creazioni dello spirito umano.
E’ necessaria formazione, disciplina, attenzione ai dettagli. Nessun romanziere o artista non ha affrontato anni di duro apprendistato. Per questo tutte le teorie sul comportamento umano non riescono a cogliere nel segno. La libertà è un processo, inizia dalla dipendenza e solo lentamente, gradualmente, diviene libertà, capacità di resistere alle pressioni e alle influenze esterne, capacità di coltivare il pensiero indipendente e giudicare di conseguenza. Lekh lekha non vuol dire solamente vai via, ma anche e soprattutto, lascia indietro tutte le influenze esterne che ti trasformano in un essere in balia di circostanze al di fuori del nostro controllo e rivolgiti a te stesso, al tuo interno. Lì e solo lì, la libertà può nascere, essere praticata e sostenuta.