Quasi un terzo dei soldati israeliani è sionista-religioso
La rassegna stampa ebraica dal mondo di Kolòt a cura di Ruth Migliara
Nell’ultimo ventennio la percentuale di membri religiosi dell’esercito israeliano è passata dal 2,5 % al 31,4%: quasi un terzo sul totale, una percentuale ben superiore alla popolazione dello stesso gruppo. Il giornale militare Ma’arachot ha pubblicato uno studio che riporta i dati contenuti in una ricerca del 2007.
Il comandante B., un ufficiale dell’IDF in servizio attivo, ha raccolto questi risultati due anni fa, per la sua tesi di laurea presso il National Security College. B., che la fonte lascia in anonimato, è riuscito a raggirare la normale reticenza dell’IDF a rilasciare dati sulle posizioni religiose dei suoi componenti, indagando in che percentuale la scuola superiore di provenienza fosse secolare o religiosa.
Vent’anni fa la motivazione di arruolamento era essenzialmente laica, ossia “difendere la propria casa” e l’unico ambito nel quale si conciliassero studi religiosi e militari era costituito dalle hesder yeshivot, scuole superiori che, tuttora, ad avanzati studi talmudici coniugano il servizio nell’Israel Defence Forces. Nel corso degli ultimi anni sono tuttavia aumentati anche i programmi di preparazione premilitare all’interno di licei religiosi, incrementando gli arruolamenti da settori in precedenza minoritari. L’80 per cento di coloro che partecipano ai programmi si arruola infatti successivamente nell’IDF aprendo un’interessante prospettiva di incontro tra religiosità e sionismo.
http://www.haaretz.com/print-edition/news/sharp-rise-in-number-of-religious-idf-officers-1.313861
Kippur – Riscoprire la tradizione passando per l’ambientalismo
Possibile che la cospicua parte non religiosa della popolazione israeliana desideri con entusiasmo l’arrivo di Yom Kippur? Sembra improbabile, eppure questa è la tendenza registrata negli ultimi anni in Israele da parte di un pubblico che, in precedenza, viveva questo giorno di rinuncia come una faticosa e sgradita coercizione.
La diffusione del pensiero ecologista ha creato infatti una motivazione ulteriore a questa ricorrenza, anche per chi non se ne sente sufficientemente motivato dal fondamentale valore religioso. Il sostegno alla causa ambientalista è diventato una spinta all’Ebraismo, creando unanimi consensi e adesioni intorno ad una giornata che è vista come sospensione dalla frenesia alienante della vita moderna e, in ciò, modello per tutto il mondo nella realizzazione concreta di una possibilità altrimenti utopica e inarrivabile.
http://www.haaretz.com/jewish-world/is-environmentalism-boosting-jewish-observance-1.313474
Non voleva la circoncisione. Fa causa all’ospedale
Florida. Presso il South Miami Hospital una madre scopre che il suo neonato è stato accidentalmente circonciso all’ottavo giorno di vita senza il suo consenso. L’ente ospedaliero porge le sue più sentite scuse, ma il fatto scatena un dibattito tra gruppi pro e contro circoncisione, che si appellano alle differenti posizioni mediche in proposito.
http://www.vosizneias.com/64304/2010/09/16/south-miami-fl-mom-sues-hospital-over-babys-accidental-circumcision
Quanto va di moda l’Ebraismo su una gamba sola!
Duemila anni non servono a rendere obsoleto l’insegnamento di un grande saggio. Nel nuovo libro di Joseph Telushkin, “Hillel: Se non ora, quando?”, si riflette sulla modernità e attualità di questo leggendaria figura talmudica, soprattutto nella sua sensibilità in materia di conversione, seguendone il percorso biografico e le opinioni.
Il Talmud ce ne descrive l’attenzione all’etica e l’apertura verso l’altro, ma anche e soprattutto la volontà di fare dell’insegnamento morale insito nel Ebraismo un messaggio universale rivolto anche al non ebreo.
I più cordiali in Israele? Gli ultra-ortodossi!
Vi muovete disorientati per le strade di Gerusalemme o di qualche altra città Israeliana? A chi chiedere un’informazione con maggiori possibilità di avere una risposta gentile ed educata?
Secondo l’Istituto per gli Studi di Mercato di Gerusalemme (JIMS), è preferibile un uomo a una donna e un nuovo immigrato a un israeliano di seconda generazione. Ma soprattutto, su un campione di circa 1000 adulti, il gruppo ultra-ortodosso si è rivelato essere il più disponibile e cordiale negli atteggiamenti verso il prossimo.
http://www.vosizneias.com/64294/2010/09/15/jerusalem-ultra-orthodox-israelis-are-most-polite