Intervento di rav Scialom Bahbout alla Grande Moschea di Roma il 1° dicembre 2022 al Convegno organizzato da Shield
In un’epoca in cui il terrorismo fa uso di molte e diverse strategie e tecnologie, il progetto europeo Shield di fondamentale importanza si propone di mettere in sicurezza i luoghi in cui si svolgono momenti di preghiera e riunioni di carattere religioso. L’incremento di attentati terroristici a Sinagoghe e scuole ebraiche è ben noto a tutti: si potrebbe guardare a questi eventi come qualcosa che riguarda una piccola minoranza, ma spesso tutti i movimenti che aspirano a prendere il potere iniziano la propria azione attaccando una minoranza e finiscono per mettere a rischio tutta la società. Oggi sono soprattutto le sinagoghe ad essere colpite, ma domani?
E’ bene interrogarsi non solo su cosa convenga fare per prevenire gli atti di terrorismo attuali, ma cosa debba fare la società per affrontare e risolvere i problemi prima che si verifichino. L’attenzione ovviamente è oggi rivolta proprio sugli attentati che accadono o che, secondo le informazioni raccolte dai servizi di sicurezza, sono in corso di organizzazione: la società deve organizzarsi per combatterli, ma dobbiamo cercare di guardare più avanti per creare una società migliore, dove gli atti di terrore spariscano naturalmente. Oggi l’attenzione è sulla sicurezza fisica e sulle infrastrutture, ma rimane il problema fondamentale che è l’educazione delle giovani generazioni al rispetto della vita umana.
Le religioni monoteistiche hanno come loro padre fondatore Abramo, il quale, è stato sottoposto a una prova tremenda: sacrificare il proprio figlio Isacco (Genesi cap. 22),. Il sacrificio di bambini era diffuso nel mondo cananeo e la Bibbia lo condanna ripetutamente. La decisione di Abramo di aderire all’ordine divino è inspiegabile: il sacrificio di bambini era uno degli usi contro cui si opponeva il pensiero biblico: dal Pentateuco ai profeti.
La contraddizione è ancora maggiore perché Abramo fu scelto proprio come esempio: “Poiché Io l’ho prescelto affinché comandasse ai suoi figli e alla sua famiglia dopo di lui a seguire la via del Signore facendo giustizia e carità”. Come potrebbe Abramo servire da modello per i suoi discendenti se avesse portato a termine l’ordine che gli era stato dato?
Per spiegare l’episodio,Kirkegaard suggerisce che ci sarebbe stata in questo caso una sospensione teologica dell’etica, un’idea questa inaccettabile perché di fatto viene utilizzata dai fanatici per commettere crimini in nome di Dio: tanto più è inaccettabile nell’ambito delle religioni monoteistiche che si ispirano ad Abramo, che fu il primo a rifiutare l’idea del sacrificio umano. L’Inquisizione e gli attentatori suicidi hanno agito e agiscono contravvenendo platealmente alle norme della Bibbia, contro l’insegnamento dell’Ebraismo e le leggi universali dettate a Noè e l’esempio di Abramo.
La grandezza di Abramo fu non tanto quella di avere aderito all’ordine di sacrificare il figlio (cosa abbastanza comune nel mondo cananeo del tempo), ma quella di avere ascoltato il secondo messaggio quello che gli vietava di uccidere il figlio: la vita non appartiene all’uomo, ma gli è data in temporaneo utilizzo, così come i figli non appartengono ai genitori e nessun motivo può giustificarne l’uccisione.
Il lavoro fin qui fatto dal progetto Shield è importante perché ha messo in evidenza i punti e i momenti cruciali in cui la vulnerabilità degli eventi richiede attenzione e l’uso sia di personale che di tecnologie atte a prevenire e, all’occorrenza, combattere coloro che vogliono imporre le proprie idee con il terrore. I risultati fin qui ottenuti sono certo ragguardevoli, ma è lecito chiedersi qual è il piano in cui l’Unione Europea deve intervenire per estirpare la piaga del terrorismo.
Una possibile risposta ci viene da una parabola del Talmud (Talmud Yerushalmi, Chaghigà, cap. 1 halakhà 7)
Rabbi Yudàn Nassi mandò rabbi Hiyà, rav Assì e rav Amì a visitare le città della Terra d’Israele per verificare se ci fossero Maestri che insegnavano la Torà (la legge divina) ai bambini, ma non trovarono nessun Maestro. Dissero: “ Portateci dai custodi della città”. Li portarono dai custodi che controllavano le porte della città. “E questi sarebbero i custodi? Questi distruggono la città; chi sono invece i custodi? Sono i Maestri e i bambini che studiano, secondo quanto è scritto (Salmo 127, 1). “Se il Signore non collabora alla costruzione di una casa, invano si affannano coloro che la costruiscono; se il Signore non collabora alla sorveglianza di una città invano si adopererà la guardia”
Questa proposta può sembrare utopica, ma proprio per questo perché anche l’Unione Europea alla fine del II Conflitto mondiale sembrava utopica, penso che sia proprio l’Unione a doversi fare carico di un progetto che non sarà utopico se l’Unione lo vorrà fare proprio.
Le diverse società devono organizzarsi per avere innanzi tutto dei veri Maestri che siano d’esempio ai giovani e non predichino l’odio per il prossimo e che rispettino la vita di ogni uomo. Le tre religioni monoteiste che sono qui rappresentate sotto il cappello dell’Unione Europea, devono riallacciarsi all’insegnamento di Abramo per guidare adulti e ragazzi al raggiungimento dell’obiettivo “Terrorismo zero”. Tuttavia solo un insegnamento che inizi dall’età delle scuole elementari – in tutte le scuole sia in Europa che negli altri paesi – può diventare la vera soluzione per vincere la lotta al terrorismo. Ma per questo obiettivo tutti i leader religiosi devono essere pronti a impegnarsi in prima persona, senza nessuna eccezione: un solo leader che non aderisca a questo appello vanificherebbe il progetto.
In conclusione, possiamo dire che Abramo fu sottoposto a una prova molteplice:
a – Riconoscere che non aveva diritto alla vita di Isacco che era e rimaneva un dono appartenente a Dio stesso, che insegna che il Timor di Dio non si esprime con l’eliminazione di vite umane.
b – Affermare davanti al mondo che la vita umana è un bene che non può essere sacrificato a Dio.
c – Dimostrare di avere meritato la scelta che lo vuole come leader dell’umanità, perché non si lascia trascinare dal pensiero e dagli usi dei suoi contemporanei, che ritenevano accettabile l’idea di spegnere una vita umana immolandola in nome di Dio.
Coloro che dichiarano di ispirarsi alla figura di Abramo – in primis le tre religioni monoteistiche, ma anche chiunque lo vorrà – non devono avere timore di andare contro corrente, perché questo fa parte dell’insegnamento ricevuto da Abramo, chiamato ha’ivrì: colui che è andato dall’altra parte, mentre il resto del Mondo rimaneva ancorato al passato.
Chiunque voglia oggi dichiararsi allievo e figlio di Abramo dovrà avere come riferimento il mancato sacrificio di Isacco: ‘Akedà, significa “legatura”, per insegnare che dobbiamo legarci alla vita e non alla morte, che non è mai un ideale da perseguire.
Il progetto Shield si pone quindi come un primo momento per un’analisi da un punto di vista tecnologico, per una comprensione reciproca, come primo passo per la soluzione di un problema comune.
Il rispetto della vita e non la propaganda della morte: questo lo strumento per raggiungere i propri obiettivi: questo l’ obiettivo prioritario che devono proporsi le tre religioni monoteiste.