MONACO – Il 16 e 17 giugno scorsi si è svolto presso l’Università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera un importantissimo congresso internazionale su “Gli ebrei in Italia dall’Antichità ai giorni odierni: tra ghetto e integrazione”, promosso dal Dipartimento di Storia Europea del XIX e XX secolo e dal Dipartimento di Storia e Cultura ebraica, con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura, della Fondazione Fritz Thyssen per il progresso scientifico e del Circolo degli Amici della Cattedra di Storia e Cultura ebraica.
Il Ministro Plenipotenziario Francesco Scarlata, Console Generale d’Italia, ha aperto solennemente il congresso nella Grande Aula dell’Università Ludwig Maximilian, riportando alcuni ricordi personali legati agli ebrei, durante a sua permanenza a Napoli, in Israele e nel mondo, che hanno segnato profondamente la sua esistenza, ed ha ricordato le posizioni prestigiose occupate dagli ebrei nel nostro Paese. Ha poi ringraziato tra l’altro l’Addetto Culturale del Consolato Generale d’Italia e Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Francesco Jurlaro, per aver reso possibile la realizzazione di questa complessa manifestazione.
L’apertura del congresso nella prestigiosa sala della Sede centrale di una delle più importanti Università della Germania testimonia la volontà di recupero della memoria di un passato molto difficile, che non si vuole rimuovere, in occasione del sessantesimo anniversario della fine della II Guerra mondiale. La grande Aula, dopo essere rimasta miracolosamente illesa nel corso della II Guerra mondiale, fu teatro della fondazione del nuovo Stato bavarese: proprio qui ebbe luogo la votazione della nuova costituzione Bavarese e si insediò il primo Consiglio Regionale del Dopoguerra.
Sono poi intervenuti i promotori della conferenza, i Professori Brenner e Baumeister, che hanno ringraziato sentitamente Francesco Scarlata e Francesco Jurlaro per l’impegno profuso nella realizzazione di questo importantissimo evento culturale.
Michael Brenner ha citato un saggio dello studioso Cesare Cases “Il testimone secondario”, per anticipare che la minoranza ebrea in Italia non ha svolto un ruolo di testimone, ma di attore significativo nella storia italiana. Ha inoltre anticipato i temi del congresso, evidenziando come il XX secolo veda l’alternarsi di integrazione e di isolamento, di distruzione e di ricostruzione dell’identità perduta. Il punto focale di discussione si colloca nella particolarità della storia degli ebrei in Italia dall’antichità ai giorni odierni, un tema che ha occupato sinora in Germania una posizione molto marginale.
Martin Baumeister, nel suo successivo intervento, ha evidenziato le difficoltà che nascono nell’affrontare la storia ebraica per la sua complessità, ma ha rilevato come l’apporto di varie istituzioni renda possibile l’affronto di tematiche estremamente complesse.
Gli ebrei in Italia, ha proseguito, sono vissuti piuttosto liberamente, pubblicando meravigliosi libri, occupandosi di musica, contribuendo alle scoperte rinascimentali. D’altra parte però il ghetto è stato introdotto per la prima volta proprio in Italia. Gli studiosi che partecipano al congresso si interrogheranno intorno a questa dicotomia e al rapporto fra integrazione e segregazione degli ebrei in Italia.
L’Italia è l’unico Paese europeo dove dall’antichità sino ad oggi, senza interruzione, gli ebrei sono vissuti e vivono in una comunità organizzata, che è stata via via influenzata da tutti gli importanti eventi e processi che trasformarono il mondo ebreo e l’ambiente circostante non ebreo: la nascita dell’impero romano, la distruzione di Gerusalemme, l’ascesa del Cristianesimo a religione ufficiale di Roma, la diffusione dell’Islam, il Rinascimento, i movimenti emancipatori, il nazionalismo e il fascismo.
La I Giornata è proseguita con l’intervento del prof. David Ruderman, specializzato in storia dell’ebraismo medievale e degli inizi dell’età moderna, direttore del centro di Studi ebraici all’Università della Pennsylvania, dal 1971 rabbino a New York, nonché presidente dell’Accademia americana per la ricerca sull’ebraismo. Il prof. Rudermann ha definito “curioso e degno del più grande interesse” un congresso sugli ebrei italiani, che si svolge in Germania, in lingua inglese. Egli ha raccontato del suo saggio sull’emancipazione e sulla definizione dell’identità degli ebrei nei ghetti europei, mettendo in evidenza convergenze e divergenze di vedute rispetto agli studi di Roberto Bonfil dell’Universitá di Gerusalemme. Secondo Rudermann gli ebrei italiani, nell’assorbire le diversità fra forme culturali ebree e non ebree, esprimono al meglio i propri talenti e la propria creatività, laddove il rispetto per la diversità e l’integrazione non sono vissuti in maniera passivo. Secondo Bonfil, al contrario, anche in Italia il destino degli ebrei si sarebbe dipanato nel segno dell’emarginazione e dell’esclusione.
Martin Zimmermann, docente di Storia Antica presso l’Università di Monaco di Baviera, Daniel Schwartz, docente di Storia Ebraica presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, e Erich Gruen, docente di Storia e lettere classiche presso l’Università della California, Berkeley, hanno sottolineato come tramite l’analisi della storia degli ebrei in Italia sin dalle origini si possa chiarire e valutare tutta la storia ebrea dall’antichità sino ad oggi. Proprio a Roma si costituì la comunità ebrea più antica del mondo nella diaspora, e a Venezia si coniò il termine “ghetto”.
Ad occuparsi in particolar modo delle condizioni di vita degli ebrei durante il Medio Evo sono stati gli studiosi Gadi Luzzatto, docente di Storia contemporanea italiana e Storia dell’Ebraismo al Centro Studi della Boston University, e Giuseppe Veltri, docente di Studi ebraici presso l’Università di Halle in Germania ed esperto di filosofia, misticismo e folklore ebraici. Quest’ultimo è intervenuto con una relazione sull’ebraismo di Dante e sul linguaggio italiano nell’identità filosofica e letteraria ebraica nel Medio Evo. Il prof. Veltri ha parlato inoltre esaurientemente di Shabbetai Donnolo, dotto ebreo vissuto nella Puglia bizantina del X secolo, nato a Oria (Brindisi), uno dei fondatori della scuola medica salernitana,
Hanno poi fatto seguito gli interventi del prof. David Abulafia, docente di Storia del Mediterraneo presso l’Università di Cambridge, che ha conferito riguardo agli ebrei nel Sud Italia e in Sicilia nel Medio Evo, del prof. Giulio Busi, docente presso la Libera Università di Berlino, della prof.ssa Johanna Weinberg dell’Università di Oxford e del prof. Benjamin Ravid, docente di Storia ebraica, dedicati alla situazione degli ebrei durante il Rinascimento e all’isolamento degli ebrei nella vita del ghetto.
Durante la serata della prima giornata la conferenza del prof. Dan Vittorio Segre, docente di Relazioni internazionali presso l’Università di Haifa e presidente dell’Istituto di Studi del Mediterraneo presso l’Università di Lugano, avente per tema “Il caso degli ebrei italiani: normalità o eccezione” è stata preceduta dall’introduzione di uno dei più grandi scrittori e intellettuali tedeschi: Hans Magnus Enzensberger. Ha fatto poi seguito una tavola rotonda con la prof.ssa Diana Pinto, storica, scrittrice e consulente presso il Consiglio d’Europa e con Amos Luzzatto, presidente del Consiglio delle Comunità ebraiche in Italia.
Durante la seconda giornata hanno avuto luogo le conferenze del prof. Ulrich Wyrwa, docente presso l’Università di Potsdam e ricercatore presso l’Università di Berlino, e del prof. Mario Toscano, docente di Storia dei movimenti politici e dei partiti, che si sono occupati della storia degli ebrei italiani nell’età dell’emancipazione e del Risorgimento. Nel XIX secolo gli ebrei italiani si coinvolsero con entusiasmo nel processo di unificazione dell’Italia, e ricoprirono anche in seguito posti di rilievo all’interno del giovane Stato nell’ambito militare, della diplomazia e del governo. Per concludere il convegno internazionale sono intervenuti il prof. Lutz Klinkhammer, attualmente ricercatore presso l’Istituto Storico Germanico di Roma con responsabilità per il settore della Storia moderna e contemporanea, il prof. Simon Levis Sullaman, docente presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, e la prof.ssa Susan Zuccotti, docente di Storia moderna presso la Columbia University di New York, che hanno affrontato in particolar modo il periodo precedente la II Guerra mondiale. Ha partecipato al congresso un pubblico molto attento e interessato, costituito in prevalenza da importanti esponenti del mondo universitario e da moltissimi studenti. La Süddeutsche Zeitung ha dedicato alcuni importanti articoli al congresso dedicato agli ebrei italiani, tra i quali un lungo ed esauriente articolo della storica, prof.ssa Franziska Meier, nel prestigioso inserto culturale “Feuilleton”. (aise)
http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Cultura&Modo=12&IDArc=19969