A parole la Chiesa cattolica è contraria ai tentativi di conversione nei confronti degli ebrei, ma nei fatti stampa in Israele testi in ebraico. Ritorno al medioevo.
Marco Tosatti
Il primo di tre libri di un catechismo cattolico in ebraico è stato pubblicato a Gerusalemme per aiutare l’insegnamento ai bambini dei cristiani che vivono e lavorano in Israele. “Questi libri sono necessari per i bambini che parlano ebraico, nati nel Paese, così che possano avere accesso in ebraico agli insegnamenti che spiegano che cosa siano la nostra fede e la nostra pratica religiosa di cattolici” ha detto padre David Neuhaus, sj, vicario del Patriarca latino di Gerusalemme. I tre libri si intitolano: “Conosci la Chiesa”, “Conosci Cristo”, e “Conosci le Feste”.
Padre Neuhaus ha completato il progetto di traduzione con padre Pierbattista Pizzaballa, il custode francescano di Terrasanta. Entrambi lavorano con 35 famiglie che parlano ebraico in una piccola chiesa nel cuore di Gerusalemme. “Sono principalmente di origini israeliane miste, parenti di ebrei, figli di ebrei, con qualche ebreo convertito e altre persone che non sono ebrei, ma integrate nella società ebraica”, ha detto padre Neuhaus all’Osservatore romano.
Lo sforzo servirà anche ai cittadini arabi di Israele i cui avi palestinesi non fuggirono durante la guerra del 1948. “Così i nostri libri di catechesi, la nostra rivista, il nostro sito web, la nostra liturgia possono essere di aiuto a questo popolo, anche se non il loro rito particolare. Noi insistiamo sulla formazione cristiana, cristiana, in un ambiente ebraico e secolarizzato”. I lavoratori stranieri in Israele devono mandare i loro figli alla scuola pubblica, dove si parla e si insegna in ebraico.
I libri di catechismo sono rivolti a chiunque vada a una scuola ebraica, ha detto padre Neuhaus. Il progetto intende aiutare i bambini e gli adolescenti e i giovani adulti per dare loro “un senso della Chiesa, e dell’essere cristiani, un senso di gioia”. La traduzione ha richiesto affrontare questioni su come scrivere “Trinità” e “Immacolata concezione” in ebraico, la cui cultura e teologia non sono familiarizzate con questi concetti. Padre Neuhaus ha detto che nel Paese ci sono circa duecentomila lavoratori stranieri, e fra di loro molti cattolici. Tutti i bambini dei lavoratori stranieri e di chi cerca asilo vanno alla scuola ebraica, dove ricevono “un’istruzione molto buona”, ma si assimilano alla cultura ebraica e “non conoscono la Chiesa”.
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