I versi di apertura della Parasha di Bechuqotay descrivono le meravigliose benedizioni che Dio promette di conferire a ai figli d’Israele come ricompensa per la loro osservanza delle mitzwoth della Torah. La Torah apre questa sezione in questi termini: “Im bechuqotay telèkhu veet mitzwothay tishmerù/Se seguirete i miei statuti e osserverete i miei comandamenti” (Levitico 26:3).
L’Or Hachayym Haqadosh (Rabbì Chayym ibn Attar, 1696-1743) offre quarantadue interpretazioni di questo versetto, svelandoci gli strati più profondi di significato dietro questa frase apparentemente semplice.
Nel presentare una di queste spiegazioni, l’Or Hachayym cita il famoso insegnamento della Mishna nel trattato di Avot (2:5): “Velò am haaretz chasid/Un ignorante non è una persona pia”.
Il significato più semplice dell’aforisma è che non si può dire di osservare adeguatamente le mitzwoth senza essere ben istruiti ad esse, senza investire tempo e fatica nel processo di apprendimento in modo da sapere cosa vuole la Torah da noi. L’Or Hachayym, invece, suggerisce una lettura più profonda del detto, spiegando che si riferisce ad atti di pietà e misure di rigore oltre i rigidi requisiti della Torah. L’Or Hachayym scrive che una persona non può essere un “chasid”, una persona pia che osserva ulteriori rigori, senza aver studiato l’Halachà e senza aver compreso adeguatamente il dovere fondamentale. Se una persona decide di adottare vincoli o rigorosità senza aver studiato, scrive l’Or Hachayym, questi vincoli potrebbero in realtà portarlo a gravi trasgressioni, perché la persona non saprà cosa l’Halacha permette e cosa no.
L’Or Hachayym spiega su questa base il verso di apertura della Parasha di Bechuqotay. La frase “Im bechuqotay telèkhu/Se seguirete i miei statuti”, come scrive notoriamente Rashy, si riferisce allo studio della Torah, “veet mitzwothay tishmerù/e osserverete i miei comandamenti” allude a ulteriori rigorosità e vincoli, poiché la radice della parola “tishmerù”, “guardia”, “protezione”.
La Torah ci insegna che solo se una persona dedica tempo e impegno allo studio serio della Torah, è allora appropriato per lei assumere rigorosità volontarie. L’essere pio, può essere perseguito solo con la conoscenza piena della Torah. Decidere da soli come essere pio, santo e timorato di Dio, seguendo una modalità “fai da te”, finirà per commettere errori terribili e gravi trasgressioni.
L’Or Hachayym trasmette l’insegnamento che non esiste alcun sostituto per la conoscenza. Se vogliamo raggiungere la grandezza spirituale – cosa che, ovviamente, dovremmo tutti fare – non ci sono scorciatoie. La nostra intuizione e le nostre “sensazioni viscerali” non sono sufficienti. Non possiamo dire servire il Signore facendo ciò che ci sembra giusto, che ciò che percepiamo intuitivamente è nobile e spirituale. Dobbiamo studiare, porre domande, consultare i maestri della Torah, cercare una guida e trovare il tempo per acquisire la conoscenza di cui abbiamo bisogno per agire nel modo in cui la Torah vuole che agiamo, Shabbat Shalom.