“…Balaq, figlio di Tsippor era in quel tempo re di Moab. Egli mandò ambasciatori da Bilam, figlio di Beor, a Pethor che è vicino al Fiume…” (Numeri 22:4-5). Questo sabato la Torah la storia di due uomini – Balaq e Bilam – che stretto una alleanza per cercare di distruggere i figli d’Israele. Balaq era il re di Moav e temeva che il popolo ebraico potesse muovere guerra al suo paese. Assunse pertanto Bilam, un astrologo e mago famoso, per lanciare loro una maledizione in modo che venissero distrutti. Ma il Signore non lo ha permesso, è intervenuto e ha costretto Bilam a benedire ripetutamente i figli d’Israele.
Il Gaon di Vilna (Rabbì Eliyahu ben Shlomo Zalman, 1720-1797) evidenzia il fatto che le lettere ricombinate dei nomi Balaq / בלק e Bilam / בלעם siano le stesse de i nomi di due nazioni che mossero guerra a i figli d’Israele: Bavel / בבל e Amaleq / עמלק. L’alleanza tra Balaq e Bilam, in un certo modo, riunisce le forze del male di queste due nazioni – Bavel / בבל (Babilonia) e Amaleq / עמלק – ponendo così una minaccia particolarmente grave per il nostro popolo.
Per capire perché questa combinazione sia così pericolosa, bisogna esaminare cosa rappresentano queste due nazioni.
Il territorio di Bavel (Babilonia) era così chiamato perché l’umanità cercò di ribellarsi contro il Signore, inseguendo la gloria nel tentativo di costruire una torre che arrivasse fino ai cieli. Il risultato è stato che il Signore “balal / mescolò” le lingue delle persone. Il nome Bavel (Babilonia) significa “mescolanza” di molte cose diverse che si uniscono, generando confusione e Babilonia divenne così il luogo in cui lingue e culture diverse si mescolavano.
È interessante notare che il Talmud fornisce un’altra spiegazione del nome Bavel (Babilonia), affermando che si tratta di una allusione al Talmud stesso, scritto lì in Babilonia. Il nome Talmud Bavli o babilonese, indicherebbe pertanto che siamo davanti ad un testo che è una “miscela” di tutte le diverse parti della Torah.
Mescolare insieme molte cose diverse può essere molto buono ma anche molto cattivo.
Quando siamo aperti a mescolare insieme cose diverse, possiamo inventare qualcosa di imponente e fondamentale come il Talmud. Ma l’essere aperti a “miscugli” di ogni genere, senza peculiarità e qualità, comporta poi l’assuefazione all’accettazione di idee e comportamenti che non dovrebbero mai essere accettati. Il tutto propagandato con l’uso fuorviante di principi universali quali la libertà e l’uguaglianza.
Ciò che rende questo problema particolarmente difficile da affrontare, è che è combinato con “Amaleq”. Quando tutte le altre nazioni, visto i prodigi operati dal Signore par liberare il Suo popolo dalla schiavitù egiziana, rimasero sbigottiti e riconobbero la Sua grandezza. Non solo, ma non mossero un dito contro il popolo d’Israele. Amaleq invece no! Amaleq fu la nazione che dichiarò guerra al popolo ebraico subito dopo aver lasciato l’Egitto.
Amaleq rappresenta lo sforzo di opporsi con forza ai nostri valori. Oggi viviamo in una società che presenta modelli di vita anti-Torah che ci vogliono far “inghiottire” (la radice del nome Bilam significa proprio inghiottire) in nome del progressismo e dell’uguaglianza. Ci viene detto, in sostanza, che dobbiamo accettare cose che la Torah rifiuta.
In risposta all’attacco di Amaleq, Mosè nominò il suo discepolo Giosuè a guidare la battaglia contro Amaleq. Giosuè incarna il concetto di “Masorah”, il ricevere la tradizione dalla generazione precedente. Il primo paragrafo del trattato dei Padri (Avot 1:19 insegna che “Mosè ricevette la Torah dal Sinai umsarah / e la trasmise a Giosuè”.
Per difenderci da Amaleq, quindi, dobbiamo impegnarci nuovamente nello sviluppo del processo di trasmissione della nostra tradizione. I genitori devono porre davanti ai loro figli, ciò che ci insegna la Torah, ciò in cui crediamo, ciò che il Signore si aspetta da noi. Questo deve essere fatto in un modo che i nostri figli, fin da piccoli, possano comprendere affinché siano dotati della conoscenza e della forza spirituale per scongiurare le influenze pericolose che ci circondano.
Nel racconto della Torah di questa settimana, è il Signore che ci ha protetti da Balaq e Bilam e ci sta aiutando anche oggi nella nostra lotta contro la moderna combinazione di Bavel e Amaleq.
Tuttavia, come Giosuè allora, dobbiamo fare la nostra parte: fortifichiamo noi stessi e i nostri figli con i valori della Torah, per poter essere forti e resilienti nella lotta contro le potenti forze dell’impurità e aprire la via alla redenzione finale,
Shabbat Shalom!