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Cultura ebraica a tutto campo

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Author page: Rav Adolfo Locci

Vaetchannàn. Massimizzare i risultati

Ho supplicato l’Eterno in quel medesimo momento dicendo” (Deuteronomio 3:23). Con queste parole inizia l'appassionata supplica di Mosè al Signore affinché gli fosse concesso di entrare nella Terra di Israele. In questo discorso ai figli d’Israele, Mosè ricordò come ha supplicato per cercare di ottenere la concessione di poter entrare nella terra insieme a loro.

L'Or Hachayym (Rabbì Chayym Ben Attar, 1696-1743) spiega che in questo versetto, Mosè ha trasmesso i quattro principi fondamentali affinché si possa massimizzare l’efficacia di una preghiera e aiutarne l’accettazione.

Il primo principio, si trova nella parola “Waetchanan / ho supplicato”. Questo particolare verbo non si riferisce semplicemente alla preghiera, ma a quella fatta con umiltà e sottomissione, come un povero che implora la carità. L'Or Hachayym, a sostegno di questo principio, riporta un verso del libro dei Proverbi (Mishleh 18:23), “Tachanunim yedaber rash / il povero pronuncia parole di supplica”. Quindi, la parola “Waetchanan/ho supplicato”, allude alla preghiera recitata con lo stesso animo di un povero che implora umilmente aiuto, riconoscendo la nostra completa dipendenza da Dio per i nostri bisogni.

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