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Cultura ebraica a tutto campo

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Author page: Rav Adolfo Locci

Ki Tetzè. Trentanove e quaranta

Se sorge una lite fra uomini e si presentano in tribunale, i giudici li giudicheranno, assolvendo l'innocente e condannando il colpevole. Quindi se il colpevole merita di esser battuto, il giudice lo farà stendere per terra e lo farà battere in sua presenza, con un numero di colpi, secondo la gravità della sua colpa. Può fargli dare quaranta colpi, ma non di più, perché, oltrepassando ciò e battendolo con un numero maggiore di colpi, tuo fratello non sia disprezzato ai tuoi occhi” (Deuteronomio 25:1-4). La Torah, in questi versi, parla del “Malkut” una punizione corporale che veniva inflitta a coloro che erano ritenuti colpevoli di inconfutabili trasgressioni.La Torah afferma esplicitamente che un individuo meritevole di questa punizione riceve quaranta frustate, “Arbaim yakenu lo yosif / quaranta colpi ma non di più” (25:3).

I Saggi, tuttavia, hanno poi spiegato che l'intento della Torah era che il peccatore doveva ricevere trentanove colpi e non quaranta. Il Talmud (Makkot 22b) ha dedotto questa riduzione dall’accostamento tra il versetto 3 e quello precedente, che si conclude con le parole “bemispar” (letteralmente “nel numero”). Questa parola, insieme alle parole iniziali del verso 4, forma l’espressione “bemispar arbaim yakenu” che può essere letta come “lo colpirà nel numero entro quaranta”, cioè trentanove volte.

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