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Cultura ebraica a tutto campo

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Author page: Rav Adolfo Locci

Vayishlàch. Salvami proprio dalla mano di mio fratello

Salvami per favore dalla mano di mio fratello, dalla mano di Esau, perché ho timore di lui, che possa venire e colpire me e le madri con loro figli (Genesi 32:12). Nello Zohar, si trova la domanda del perché Giacobbe esprima la sua preghiera ripetendosi in termini “dalla mano di mio fratello, dalla mano di Esau”. Poteva dire solamente “salvami” e il Signore sapeva già da chi, o da cosa, Giacobbe voleva essere salvato.

La risposta dello Zohar a questa domanda, ci da un grande insegnamento: colui che prega, deve essere molto dettagliato nei termini, deve prolungarsi nella preghiera e non deve essere troppo sintetico. Una risposta questa che rappresenta un principio fondamentale per colui che prega perché ha bisogno di aiuto e sostegno in un momento di necessità.

Ogni ebreo deve essere consapevole che ha una grande forza nelle labbra ma deve anche saper ben esprimere quello che lo preoccupa. Non basta solo pensarlo. E quello che vuole esprimere, deve essere chiaro, limpido, senza possibilità di dare a intendere significati alternativi.

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