La cittadina tutta ultra-ortodossa degli Usa ha la maglia nera economica ma la sua vitalità stupisce tutti
Angela Vitaliano
Povera ma bella. O quasi. Sembra proprio questa, infatti, la definizione più appropriata per Kyrias Joel, una cittadina a Nord-Ovest di New York, che, secondo l’ultimo censimento, è lapiù povera di tutti gli Stati Uniti. Nessuna delle 3700 cittadine e città con più di diecimila abitanti, sparse su tutto il territorio nazionale, presenta una situazione simile a quella di Kyrias Joel. Lo rivela un articolo del New York Times che racconta un’altra faccia dell’America, povera ma non disperata”. Il 70% della popolazione, qui, vive con un reddito inferiore alla soglia di povertà: le entrate medie per un gruppo familiare si aggirano intorno ai 17 mila dollari l’anno, meno di cinquemila peri singoli.
Le cifre diventano ancora più significative se si pensa che metà della popolazione vive, in definitiva, con poco più di 15 mila dollari annui. Diffusissimi, pertanto, i food stamps, buoni per l’acquisto di cibo, che aiutano oltre la metà della popolazione a mettere a tavola l’indispensabile per nuclei familiari che, nella media, sono composti da sei persone. La particolarità di Kyrias Joel, infatti, è che non si tratta di un sobborgo caratterizzato da homeless e devastato dal crimine. Anzi, qui problemi di sicurezza ce ne sono proprio pochi. La diffusa povertà è conseguenza, piuttosto, di unfattore religioso, dal momento che la maggior parte della popolazione è rappresentata da ebrei ultra ortodossi. Ciò significa: donne che non lavorano e si sposano prestissimo, assenza totale di una politica di controllo delle nascite e uomini che si dedicano molto di più allo studio dei libri sacri che non a quello delle materie scolastiche. Solo il 39% degli abitanti di Kyrias Joel, infatti, consegue un diploma di scuola superiore e il 5% raggiunge la laurea.
Le opportunità di accesso a un mercato del lavoro molto più competitivo e specializzato sono, dunque, praticamente nulle. Gli uomini di questa comunità, inoltre, preferiscono lavorare per associazioni religiose e benefiche che, ovviamente, offrono dei salari molto più bassi; nemmeno il famoso BH, megastore di Manhattan, completamente gestito da ebrei ortodossi (uno dei pochissimi negozi in città a chiudere per dieci giorni durante la celebrazione del Passover), sembra fare al caso loro, anche se garantirebbe delle entrate più alte, consentendogli comunque di osservare pienamente le festività religiose. Anche per le cure sanitarie, oltre un terzo della popolazione ricorre all’aiuto del Medicaid, assistenza sanitaria pubblica peri cittadini con basso reddito. L’unica eccezione è rappresentata da una lussuosissima clinica materna, costata oltre 10 milioni di dollari (per lo più pubblici), dove le neo mamme solitamente restano un paio di settimane per potersi riprendere, restando lontane dalla “folla” che, normalmente, hanno a casa.
I costi per la degenza sono alti, circa 120 dollari al giorno, ma le donne povere trovano sempre qualche benefattore disposto ad aiutarle. Il sostegno reciproco, anche economico, è una delle caratteristiche che consente a questa comunità di sopravvivere senza mai toccare un livello troppo basso. Se un nucleo familiare ha bisogno di qualcosa, c’è sempre qualcuno disposta ad offrirla e la comunità intera si adegua tranquillamente al tenore molto frugale della vita quotidiana. Tanto che il rabbino della comunità ha detto, durante un sermone, che i diamanti sono inopportuni per un fidanzamento e che l’unico anello che va comprato obbligatoriamente è la fede matrimoniale, fral’altro, solo per gli uomini.
Il Fatto Quotidiano 22/4/2011