SHALOM riporta qui il suo discorso di insediamento.
“A proposito della situazione internazionale, un giornale israeliano è uscito qualche giorno fa con un titolo che diceva : “I giorni terribili dopo i giorni terribili”. La Comunità ebraica di Roma, a parte le vicende politiche israeliane e la guerra in corso, ha vissuto proprio allo scadere degli Yamim Noraim, un altro ciclo di Yamim Noraim perché proprio nell’ultimo giorno di Hoshanà Rabbà, quando la festa è massima per la nostra Comunità, il nostro Rav Toaff ha deciso di lasciare la sua cattedra, e ciò ha determinato lo sgomento, il senso di privazione, di vuoto e questa corsa alla nomina che il Consiglio ha portato avanti con lodevole celerità, cercando di risolvere dei problemi complessi. Prima di tutto vorrei quindi congratularmi con il Consiglio perché ha dimostrato in questa vicenda la capacità non comune di saper arrivare ad una decisione che ha dato il segno dell’unità di questa Comunità.
Al di là di tutte le legittime differenze e divisioni che la attraversano, questa Comunità, nei momenti chiave, deve essere unita ed ha dimostrato di poter procedere insieme. Si tratta di un valore fondamentale che è importante sottolineare in questo momento. Abbiamo letto nella Parashà dello scorso Shabbat qualcosa che ci riporta alle nostre radici, alla nostra condizione. Abbiamo letto la storia della divisione di due fratelli che è un po’ la storia della divisione di due mondi, e la nostra presenza plurisecolare e millenaria in questa città è qualcosa che riassume e sacralizza il senso di questa divisione. Non è un caso che proprio in questa Parashà, al momento della benedizione che Yitzhak dà ad Esav, quando si parla della benedizione della terra grassa, Rashì commenta che è l’Italia, riprendendo un antico Midrash. Credo che sia l’unica volta che la parola Italia ricorre nel commento di Rashì alla Torà. Ed abbiamo anche letto le tristi vicende di Yitzhak che litiga per dei pozzi d’acqua: “L’acqua è nostra” dicono i Filistei, con un richiamo terribile alle vicende di Eretz Israel che, come più di 30 secoli fa, erano vissute con terribile antagonismo dai nostri
Patriarchi, e così è ancora adesso. Questo ricordo che ci lega da una parte ad Eretz Israel e dall’altra parte al senso della nostra presenza in questa terra, è qualche cosa che dà un senso ed un valore aggiunto a quello che stiamo facendo oggi, nel senso della nostra continuità, della presenza in questo luogo e del nostro legame con Eretz Israel e con il popolo d’Israele. Non voglio dilungarmi, vorrei solo ringraziare il Consiglio, la Commissione, il Presidente, tutti coloro che hanno aiutato a risolvere una situazione difficile. E vorrei mandare un saluto particolare a tutti i Maestri, i Rabbini di questa Comunità, in primo luogo a quelli che sono stati definiti la “Commissione anziani” – in ebraico Zekenim, non anziani di età ma persone che hanno la saggezza. In primo luogo il mio Maestro, Rav Piattelli, e tutti gli altri che non nomino uno per uno perché non vorrei fare delle omissioni, ma spero che ci siano vicini in questo momento in cui dobbiamo progettare un futuro. Non sto facendo un discorso programmatico, ma semplicemente un ringraziamento dovuto.
Dobbiamo cercare tutti insieme di lavorare per la crescita di questa Comunità nella solidarietà sociale, nell’unità e nella conoscenza, perché a noi ebrei non è concesso essere ignoranti, anzi è nostro dovere il contrario, e quindi studiare Torah e metterla in pratica. Vorrei concludere con le parole del Salmo 90: “Che la grazia, che la dolcezza e la soavità del Signore nostro D-o sia su di noi, e che il Signore consolidi l’opera delle nostre mani”.
Ecco i primi commenti alla notizia dell’incarico di Rabbino Capo della Comunità ebraica di Roma a Rav Riccardo Di Segni.
Amos Luzzatto, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane
“Ho tutte le ragioni per essere soddisfatto. Lo ritengo la persona più adatta per questa carica. E’ un rabbino di grande cultura e gode di grande credito da parte del rabbinato mondiale. Inoltre è un uomo aperto alle domande e ai bisogni che provengono dagli iscritti della Comunità”.
Leone Paserman, presidente della Comunità ebraica di Roma
“Il voto all’unanimità per questa nomina è stato possibile grazie al carisma del Rav Riccardo Di Segni, una personalità superiore che ritengo meritasse veramente di succedere ad una personalità altrettanto carismatica come è stata quella di Rav Toaff. Tutto il Consiglio è stato unito, erano tutti presenti e mi sembra che siano stati tutti entusiasti, anche il pubblico che ha partecipato. C’è stata discussione sul metodo, ma sul nominativo non c’è stata nessuna posizione contraria, fin dal primo momento. Rav Di Segni ha già iniziato a lavorare, ma vuole avere un mese di approfondimento e non prenderà ancora pieno servizio, mentre chiederà un mese di aspettativa dall’ospedale per una full immersion nell’Ufficio rabbinico, per studiare tutti i problemi e cercare le soluzioni, le collaborazioni e le risorse necessarie.
Bisognerà lavorare anche con la Deputazione ebraica di assistenza: già lo stavamo facendo e certamente, con la spinta del Rabbino capo, ci auguriamo tutti che
l’impegno e la disponibilità dei volontari sarà maggiore. Serviranno psicologi per l’assistenza ai malati, agli anziani, e per organizzare in maniera efficace il volontariato. A Roma manca una struttura forte di volontariato che si occupi delle persone sole; non si può fare sempre riferimento solo ai professionali. In tutte le Comunità ebraiche degne di questo nome c’è una grossa struttura di volontari che aiuta, assiste i malati, porta i pasti a casa alle persone ancora abili ma che non possono uscire.”
Walter Veltroni, sindaco di Roma
“Mi permetta di presentarle, a nome mio e della città, le più vive felicitazioni per la nomina a rabbino capo di Roma.
Il fatto che lei sia stato scelto per elezione, e all’unanimità, dal Consiglio della nostra comunità ebraica testimonia la fiducia e la stima di cui lei gode e fa a tutti noi sperare in un suo proficuo lavoro a beneficio dell’intera comunità cittadina. A nessuno infatti sfugge l’importanza di una scelta che, compiuta in una fase delicata della storia del nostro pianeta e della nostra città, la indica come la personalità più adatta a proseguire nell’opera già intrapresa dal suo illustre predecessore, il professor Elio Toaff. Le auguro la migliore riuscita nel suo nuovo incarico, convinto che, nella stagione dell’incontro tra diverse culture e religioni, sarà proprio l’impegno di persone come lei che potrà rendere questa circostanza storica una opportunità di confronto e di crescita per tutti, condizione necessaria per assicurare un futuro di pace alle prossime generazioni”.
Francesco Storace, presidente della Regione Lazio
“Desidero esprimerLe, a nome mio personale e della Giunta della Regione Lazio, le mie più vive felicitazioni per l’alto ufficio che Ella e’ stato chiamato a ricoprire. Colgo l’occasione, oltre che per formularLe l’augurio che, nel Suo nuovo ruolo di custode della tradizione e di interprete della contemporaneità, Ella possa rappresentare un momento di crescita per la Comunità ebraica, anche per auspicare che la Sua guida spirituale possa dare nuovo impulso – dopo quello profuso così lungamente dal Suo illustre predecessore – al dialogo per la pace fra i popoli e le religioni”.
Breve curriculum del Rabbino Capo di Roma Rav Riccardo Di Segni
Nato a Roma il 13.11.1949, da padre romano e madre ashkenazita, discendente da almeno tre generazioni di rabbini.
Tranne brevi parentesi veneziane e americane, è sempre vissuto a Roma.
Sposato, con tre figli.
Laureato Rabbino Maggiore, Collegio Rabbinico Italiano.
Laureato in Medicina e Chirurgia, Specialista in Radiologia Diagnostica.
Fellow in Radiologia vascolare dell’Università of Minnesota.
Insegnante presso il Collegio Rabbinico Italiano dal 1974.
Dal 1995 responsabile del Corso Sperimentale di Laurea in Studi ebraici.
Dal 1999 direttore del Collegio Rabbinico Italiano.
Membro del comitato di redazione di riviste culturali ebraiche (Rassegna Mensile di Israel, Zakhor e Segulat Israel)
Consulente della produzione cinematografica televisiva di argomento biblico Lux-Lube.
Curatore dell’edizione di libri di divulgazione e di testi liturgici con traduzione italiana e commenti.
Autore della Guida alle regole alimentari ebraiche, in tre edizioni successive (1976, 1986, 1996), progressivamente ampliate.
Autore di numerosi articoli e interviste su temi di cultura e pensiero ebraico su giornali e riviste a diffusione nazionale e nella stampa ebraica.
Interviene in trasmissioni radiofoniche e televisive RAI.
Cura a mesi alterni la parte ebraica di “Ascolta si fa sera” da ottobre 2000.
Pubblicazioni scientifiche
Autore di quattro libri:
– Le unghie di Adamo, Napoli 1981
– Il Vangelo del Ghetto, Roma 1985
– Catalogue of the Manuscripts of the Library of the Collegio Rabbinico Italiano, Bar Ilan University 1990
– Noten Taam Leshevach, Roma 1998 (in ebraico)
e di oltre 40 pubblicazioni in riviste specializzate, su temi di:
letteratura talmudica, paleografia, manoscritti ed incunaboli ebraici, rapporti tra ebraismo e cristianesimo, esposizione ed interpretazione di riti tradizionali locali, testi e narrazioni aggadiche, anche con applicazione di metodiche antropologiche-culturali, note più specificatamente storiche, bioetica
Dal 1999 nel consiglio direttivo dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia.
Partecipa attivamente ad altre attività comunitarie, convegni nazionali ed internazionali.