Domanda: Quattro amici a Gerusalemme decisero di costruire una Sukkà in società per poter mangiare e dormire nel suo interno, come vuole la norma ebraica. Ognuno di loro offrì una parte dell’importo necessario all’edificazione. La prima notte i quattro si coricarono ma uno di loro russava talmente tanto da impedire agli altri di prendere sonno. Il giorno successivo i tre rimasti svegli chiesero all’amico di non dormire più all’interno della Sukkà in modo di permettere loro di adempiere alla mitzvà. L’amico rispose che a provare fastidio nello stare sotto la capanna non era certo lui, che dormiva benissimo, ma loro. Egli perciò era tenuto a dormire all’interno della Sukkà e a doversene andare a dormire a casa erano gli amici, loro sì esentati dal compiere la mitzvà in quanto provavano disturbo e malessere. Chi ha ragione?
Risposta: Nel libro di normativa Birkè Yosèf (639, 1) di Rabbì Chaiìm Davìd Azulài (1724 – 1806) è detto che due soci che costruiscono una Sukkà troppo piccola per contenere entrambi, devono istituire un turno in modo che tutti e due abbiano la possibilità di adempiere almeno una parte della mitzvà. Forse la cosa è valida anche per il nostro caso, pertanto i quattro amici dormano a notti alterne nella Sukkà, una notte colui che russa e la notte successiva i tre soci rimanenti.
Rav Zilbershtein rifiutò, però, questa risposta. Nel caso riportato dal Birkè Yosèf i costruttori della Sukkà sapevano a priori che la metratura della capanna non sarebbe stata sufficiente ad accogliere entrambi perciò fin dal principio costoro erano a conoscenza del problema. Nel nostro caso la società tra i quattro amici è da considerarsi non valida a posteriori in quanto, se si fosse stati a conoscenza fin dal principio del problema, la persona che con il suo russare non avrebbe permesso agli altri di dormire non sarebbe stato accolto all’interno della società. Pertanto, la persona che non permette agli altri di dormire deve lasciare la Sukkà e ricevere in restituzione il denaro speso per la Sukkà essendosi rivelato a priori un socio inaffidabile.
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