Oggi è un secondo Shabbat Teshuvah. Stasera sarà Hosha’anà Rabbà, l’ultimo termine che il S.B. ci ha fissato affinché meritiamo il perdono di tutti i nostri peccati. Domani egli emetterà la Sua sentenza definitiva nei nostri confronti per l’anno entrante. Quando si scrive una lettera o un documento dobbiamo in genere compiere tre operazioni affinché abbia effetto. La prima è la scrittura (ketivah): è quanto Egli ha fatto a Rosh ha-Shanah. Da allora la sentenza è scritta, ma non ancora firmata.
Egli ci lascia dieci giorni di tempo, gli Yamim Noraim appunto, per correggere e rivedere il nostro comportamento così da darGli modo di rivedere e correggere, sperabilmente in meglio, il Suo scritto. Arriva così Yom Kippur, al termine del quale, dopo una lunga giornata di digiuno e di suppliche, Egli finalmente appone la firma (chatimah). Ma poi lascia il documento nel cassetto. Manca ancora la terza fase: la spedizione o consegna (messirah), che una volta si effettuava imbucando la lettera nella cassetta postale, mentre oggi ci si limita a premere il tasto “invio” sul computer. E’ l’atto definitivo, dal quale non si torna più indietro. D’altronde, senza quest’ultimo, gli atti precedenti non hanno alcun effetto.
Il S.B. dimostra in questo modo la Sua Chokhmah superiore, per insegnare a noi a essere chakhamim a nostra volta. In effetti, le iniziali di chatimah, ketivah e messirah formano proprio la parola Chakham. La Mishnah nel trattato Ghittin sui divorzi, trattando degli atti provenienti da oltremare che necessitavano di una convalida in Eretz Israel attraverso testimonianze sulla loro preparazione, discute se contano più i testimoni della firma (R. Meir) o quelli della consegna (R. El’azar) e la Halakhah è stabilita secondo quest’ultima opinione, per cui proprio ‘edè messirah kartè, “i testimoni della consegna sono quelli determinanti”.
Il S.B. non esegue subito la messirah. Ci concede altri dieci giorni di tempo, quelli che trascorrono appunto dalla fine di Yom Kippur alla sera di Hosha’anà Rabbà: stasera! Domani a quest’ora i giochi saranno fatti. Dobbiamo prepararci. Ecco perché dicevo che oggi è un nuovo Shabbat Teshuvah! Ma c’è una grande differenza fra i primi dieci giorni, gli ‘Asseret Yemè teshuvah fra Rosh ha-Shanah e Yom Kippur, e questi secondi, che vanno da Yom Kippur a Hosha’anà Rabbà. I primi dieci giorni sono caratterizzati da una Teshuvah mi-Yir’ah, sotto la spinta del Timore. Chi di noi non è preoccupato alle vigilie di Rosh ha-Shanah e Yom Kippur? Questi secondi, invece, ci spingono alla Teshuvah sotto il segno dell’Amore (Teshuvah me-Ahavah). Il S.B. ci prende in un modo diverso: ci abbraccia tutti sotto la Sukkah. Quale delle due procedure preferite? L’essenziale è fare Teshuvah, in un modo o nell’altro. E io esprimo la fiducia che la sentenza contenuta nella Lettera che Egli si appesta a inviare sarà un giudizio di salute, benessere e pace per noi e per tutto il popolo d’Israel.