Mishnah Rosh ha-Shanah 3, 2-5:
Tutti i tipi di Shofar sono validi tranne quello (proveniente da) una mucca, dal momento che è un “corno (qeren)”. Ma Rabbì Yossè diceva che in verità tutti gli Shofarot sono chiamati “corno”, come è detto: “Quando suonerà a distesa il corno (qeren) di montone (e voi udrete il suono dello Shofar” – Yehoshua’ 6,5).
Lo Shofar che si suona a Rosh ha-Shanah è di stambecco, dritto (pashùt), con l’imboccatura rivestita d’oro e ai suoi lati due trombe. Lo Shofar suona a lungo e le trombe brevemente, dato che il precetto del giorno è quello dello Shofar. Ghemarà 26b e Rashì: quanto più una persona distende il proprio pensiero (nella preghiera) è tanto meglio, perché è scritto: leviamo i nostri cuori verso le palme (Ekhah 3).
Nei digiuni pubblici (gli Shofarot sono) di montone ricurvi (kefufim) e con l’imboccatura rivestita d’argento e in mezzo a loro due trombe. Lo Shofar suona brevemente e le trombe a lungo, dato che il precetto del giorno è quello delle trombe. Ghemarà 26b e Rashì: quanto più una persona piega il proprio pensiero (nella preghiera) è tanto meglio, perché è scritto: “i miei occhi e il mio cuore saranno lì” (1Melakhim 9).
Lo Yovèl e Rosh ha-Shanah sono uguali per quanto riguarda il suono (dello Shofar) e le benedizioni. Rabbì Yehudah sostiene (invece) che di Rosh ha-Shanah si suona con (lo Shofar) di montone e nello Yovèl con quello di stambecco.
Maimonide, Hilkhot Shofar 1,1:
E’ un precetto affermativo della Torah ascoltare il suono dello Shofar a Rosh ha-Shanah, come è detto: “giorno di suono sarà per voi” (Bemidbar 29,1).
Lo Shofar che si suona, sia di Rosh ha-Shanah che nel Yovèl deve essere il corno di montone ricurvo (kafùf; altri pensano invece come R. Yehudah, perché si assegna il kafùf al kafùf e il pashùt al pashùt; ovvero si suona lo Shofar più comune nella ricorrenza più comune e lo Shofar più raro nella ricorrenza più rara – Talmud Yerushalmì).
Nessuno Shofar è valido, all’infuori del corno di montone (Lo Shulchan ‘Arukh stabilisce invece che è proibito solo il corno di mucca perché richiama la trasgressione del Vitello d’Oro. Gli altri Shofarot sono validi, ma resta la preferenza per il corno di montone che ricorda il merito della ‘Aqedat Itzchaq).
Ghemarà Shabbat 104a:
Dissero i Chakhamim a Yehoshua’ ben Levì: I bambini sono arrivati oggi a scuola e hanno detto cose che neppure ai tempi di Yehoshua’ bin Nun ne furono dette di simili: Alef Bet = Allef Binah (“apprendi la saggezza”), Ghimel Daled = Ghemòl Dallim (“aiuta i poveri”). Perché la gamba della Ghimel è tesa (peshutah) verso la Daled? Perché è uso che chi aiuta corre verso i poveri. E perché la gamba della Daled è tesa (peshutah) verso la Ghimel? Affinché (il povero) si faccia trovare… Nun piegata (kefufah) e nun distesa (peshutah, simboleggiano rispettivamente) il fedele piegato (kafùf) e il fedele disteso (pashùt).
Rashì ad loc.: “il fedele piegato (kafùf) e il fedele disteso (pashùt)”: la persona per bene (kashèr) deve essere piegato (kafùf) e umile (‘anaw in questo mondo): alla fine sarà dritto (pashùt) e in piedi (zaqùf) per il Mondo a Venire.
Maharal (Netiv ha-‘Avodah, 11) ad loc.: Mi sembra che non si tratti della stessa persona, bensì che i fedeli siano due: il fedele che serve D. per amore (ahavah) e il fedele che serve D. con timore (yir’ah). E’ la stessa cosa di cui parlano i Chakhamim in Rosh ha-Shanah 26b a proposito dello Shofar, dove la parola “ricurvo” (kafùf) ha certamente il senso di timoroso e la parola “dritto” (pashùt) ha quello di motivato da amore.
Secondo il Maharal i due tipi di Shofar rappresentano rispettivamente i due personaggi protagonisti della ‘Aqedat Itzchaq: Itzchaq simboleggia il din e la yir’ah, mentre Avraham simboleggia rachamim e ahavah.
E’ logico ritenere che il Servizio Divino reso con ahavah (passione) sia superiore a quello reso con yir’ah (timore della punizione: cfr. Rashì a Devarim 6,5). Per quali ragioni allora si preferisce a Rosh ha-Shanah lo Shofàr ricurvo (kafùf)?
- Rosh ha-Shanah è Yom ha-Din: dobbiamo ricordarci che in questo giorno D. giudica il mondo e richiamare l’idea del timore (yir’ah).
- La ahavah è connessa con i precetti affermativi della Torah, mentre la yir’ah è connessa con i divieti (Maimonide a Avot 1,4: “Antigono…”) e dunque con l’idea di trasgressione che si richiama a Rosh ha-Shanah. Per questo, aggiunge il Maharal (Derekh Chayim a Avot) i leaders del popolo ebraico erano due: il Nassì instradava alla ahavah e l’Av Bet Din instradava alla yir’ah.
- La yir’ah è connessa con l’idea di regno (malkhùt) che si richiama a Rosh ha-Shanah.
- “D. ha creato il mondo facendo in modo di suscitare il timore al suo cospetto” (Qo. 3,14) e Rosh ha-Shanah è l’anniversario della Creazione del mondo.
- L’aggettivo pashùt richiama qualcosa che è “semplice” nel senso di “tutto d’un pezzo”, non soggetto a mutamenti. Questa caratteristica è solo di D.
Il Rambam stabilisce che non solo a Rosh ha-Shanah di ogni anno, ma anche a Yom Kippur del Yovèl si deve suonare uno Shofar kafùf, perché entrambe le feste ricorrono nel mese di Tishrì che per la Torah è il “settimo mese”. Come spiegare questa ghezerah shawah?
Mishlè 2, 2-6: “1) Che il tuo orecchio porga ascolto alla sapienza (Chokhmah), 2) Tendi il tuo cuore all’intelligenza (Binah), 3) perché se invochi l’intelligenza (Binah), 4) se darai la tua voce (per chiamare) l’intelligenza (Tevunah), 5) se la cercherai come il denaro, 6) e la andrai a cercare come i tesori nascosti, 7) allora comprenderai (tavìn) la yir’ah di H.” La yir’ah rappresenta la settima dimensione, quella separata da tutto ciò che è materiale.
Ghemarà Berakhot 33b: “Tutto è nelle mani del Cielo all’infuori del Timor del Cielo”. In Netivot ‘Olam, Netiv Yir’at H. 1 Maharal spiega che la yir’ah consiste nel fatto che l’effetto (l’uomo) sia piegato alla sua Causa (D.). La yir’ah non può pertanto provenire da H., perché la yir’ah è e deve essere un’iniziativa umana.
In Chiddushè Aggadot Shabbat, commentando il versetto: “D. ha creato il mondo…” Maharal scrive che la yir’ah è superiore alla ahavah, perché quest’ultima per quanto elevata non è mai disinteressata, mentre la yir’ah rappresenta un completo annullamento di sé davanti a D.