Dal momento che accendere il fuoco (mav’ir) è indispensabile per la preparazione del cibo, è permesso di Yom Tov. Abbiamo già studiato inoltre che a questo permesso si applica l’estensione del mi-tokh: una volta che la Melakhah è permessa in cucina, viene permessa anche ad altri scopi, fintanto che rispondono a necessità di Yom Tov (illuminazione, riscaldamento).
Accendere non per Yom Tov è proibito. Scaldare la cera affinché la candela aderisca meglio al candeliere è parimenti proibito.
Ma benché sia permesso accendere una fiamma di Yom Tov, i Maestri hanno proibito di crearne una nuova, strofinando un fiammifero o premendo un interruttore. E’ permesso accendere un fuoco solo da un fuoco già esistente. Se a questo scopo si adopera comunque un fiammifero occorre accostarlo completamente alla candela già accesa in modo che prenda fuoco dalla fiamma e non semplicemente per effetto del calore della fiamma.
E’ permesso trasportare una candela accesa, facendo attenzione che non si spenga, E’ pure permesso trasportare una lampada elettrica accesa.
In una cucina a gas provvista di fiamma pilota accesa in continuazione la manopola può essere attivata, perché il gas viene acceso attraverso la fiamma già esistente. Se invece si tratta di un forno a ignizione elettronica è proibito accenderlo.
Una candela può essere accesa per accostamento a una resistenza elettrica incandescente: in quanto tale è equiparata a una fiamma.
E’ lecito alzare la fiamma o prolungare l’accensione aggiungendo combustibile. Ove possibile è comunque meglio evitare l’uso di fiamme intermedie (p. es. adoperare un fiammifero per accendere una sigaretta attingendo la fiamma da una candela), perché alcuni considerano l’accensione dell’intermediario come priva di scopo.
In caso di necessità (p.es. per una Mitzwah come la Hadlaqat Nerot o la Havdalah durante il Qiddush di Yom Tov di Motzaè Shabbat, ma anche semplicemente poter consumare il pasto di Yom Tov e studiare) è permesso chiedere a un non ebreo di produrre una nuova fiamma, se la situazione è l’esito di una dimenticanza o di un caso di forza maggiore (p.es. se la fiamma precedentemente accesa si è spenta accidentalmente) e non è stata pianificata (be-di’avad). Domandare a un non ebreo di eseguire un’azione a noi proibita è infatti un divieto rabbinico (shevut) e produrre una nuova fiamma di Yom Tov è a sua volta un altro divieto rabbinico (shevut di-shvut). Lo shevut di-shvut diviene permesso be-di’avad bi-mqom Mitzwah.
E’ lecito di Yom Tov accendere le candele nel Bet ha-Kenesset (prendendo da un lume già acceso) anche dove non sono strettamente necessarie per l’illuminazione (p.es. di fronte al Chazan), perchè è considerato kevod ha-Maqom. E’ lecito accendere candele nello stesso modo per il pasto che segue il Brit Milah, perché sono considerate di Mitzwah. Non tutti invece concordano sul permesso di accendere il lumino per l’anniversario di un defunto. Si provvederà pertanto ad accenderlo prima di Yom Tov e in caso di dimenticanza lo si accenderà sul Dukhan nel Bet ha-Kenesset. Se ciò non è possibile lo si accenderà a casa, ma cercando di trarre qualche beneficio dal lume acceso.