Commentando l’andamento del racconto della Haggadah la Mishnah scrive: Matchil bi-ghnut u-msayyem be-shevach, “si comincia con le cose deplorevoli e si termina con quelle lodevoli”.E’ la spiegazione che dà Dante Alighieri nell’Epistola a Cangrande Della Scala circa la struttura della Divina Commedia.
Tutta la letteratura del Dolce Stil Novo è improntata a questo principio, persino il Decamerone: si comincia con la prosa della narrazione per concludere la giornata con la “ballata”, nel nostro caso la poesia del Hallel al termine del pasto. Pessach è una grande storia d’amore in cui ciascuno degli amanti loda l’altro oscurando se stesso: comincia con la prosa della Haggadah in cui non appare il nome di Moshe, perché è idealmente lui che racconta le gesta di H., e termina con la poesia dello Shir ha-Shirim in cui non compare il Nome di H. perché si tratta di un testo ispirato in cui è Lui lo “amante” e noi siamo “l’amata” al centro della Sua attenzione.