Note di Rav Di Porto ad integrazione della traduzione e del commento della Giuntina, recentemente pubblicato
- Nell’arco della giornata il movimento (apparente) del sole è est-sud-ovest-nord. Nel trentesimo giorno la luna non è visibile se non con l’avvicinarsi del tramonto, perché è molto sottile e non è visibile quando la luce solare è forte. Il momento del molad è quello in cui la luna è perfettamente frapposta fra terra e sole. E’ evidente che se il testimone risponde che la parte illuminata della luna è opposta al sole, non avendo la luna luce propria, la sua testimonianza è impossibile e quindi nulla. La posizione relativa della luna rispetto al sole varia fra estate ed inverno. Il moto apparente del sole è infatti più breve in inverno, tramontando a sud ovest. La luna apparirà quindi a nord est del sole. D’estate invece tramonterà a nord ovest, e quindi la luna apparirà a sud est. I concetti di prima e dopo il sole che compaiono nella ghemarà non si riferiscono al tempo, bensì alla posizione della luna rispetto al sole. Nel momento in cui è visibile il sole non ha ancora raggiunto quel punto (luna a nord) o lo ha già superato (luna a sud)?
- Le domande poste dal tribunale, oltre a verificare la concomitanza della testimonianze, secondo il Rambam servivano per confrontare le risposte dei testimoni con le previsioni del tribunale, effettuate per mezzo di calcoli astronomici. Se le risposte fornite si discostavano di molto, la testimonianza veniva annullata in quanto falsa o errata.
- Secondo il Ritva il fatto che si parli di vergogna della luna e dell’arcobaleno non denota un’ignoranza da parte dei chakhamim sulla natura di certi fenomeni, ma vuole solo fornire un insegnamento di natura morale.
- Nei mesi invernali la luna appare più alta, in quelli estivi più vicina.
- La ashashit di cui parla la ghemarà per Rashì è un portacandela, per il Ritvà una finestra.