1. Sui frutti dell’albero si dice Borè Perì ha-‘Etz, su quelli della terra Borè Perì ha-Adamah e non Borè Perì ha-Aretz. Aretz è un sinonimo più nobile di Adamah e pertanto i Chakhamim lo hanno riservato per dare distinzione al pane: Ha-Motzì Lechem min ha-Aretz. A posteriori se si è recitato Borè Perì ha-Adamah sui frutti dell’albero si è usciti d’obbligo, perché anche gli alberi crescono dalla terra. Sempre a posteriori She-ha-kol, essendo la più generica delle Berakhot, va bene per tutti i cibi.
2. Non in tutti i casi si deve recitare la Berakhah più specifica. Se i frutti dell’albero sono ancora acerbi e aspri per questo motivo, al punto che si fatica a mangiarli, si dice She-ha-kol anche se li ha addolciti cuocendoli con lo zucchero. Se invece sono maturi e aspri per loro natura, si dice la Berakhah appropriata.
3. Se il frutto è stato cotto al punto che non si distingue più la sua forma originaria del tutto, si dice She-ha-kol.
4. Sulla scorze d’arancia candite la questione è controversa e pertanto è opportuno recitare She-ha-kol.
5. Sull’acqua di cottura della frutta si dice She-ha-kol anche se ha assunto il gusto della frutta. Se però la si assume insieme alla frutta, la Berakhah Borè Perì ha-‘Etz recitata sulla frutta “copre” anche l’acqua.
6-8. La Berakhah sulla frutta dipende dal modo in cui è uso mangiarla. Se si mangia crudo un frutto che si usa mangiare cotto (e viceversa), la Berakhah è She-ha-kol. Lo stesso vale se il frutto è più buono cotto e lo si mangia crudo (e viceversa).
7. Sulla verdura che è più buona cruda, ma che se si cuoce con altri ingredienti diventa ancora migliore, si recita comunque She-ha-kol. Se invece si tratta di frutti dell’albero, in tal caso si dice Borè Perì ha-‘Etz.
9. Sul succo che esce dal frutto sia naturalmente, sia per spremitura, si recita She-ha-kol se lo beve da solo. Altrimenti la Berakhah recitata sulla polpa vale anche per esso. Ma sul mosto si dice Borè Perì ha-Ghefen.
10. Sul tè e il caffè si dice She-ha-kol.
12. Regola generale: se si mangiano insieme o mescolati due cibi, uno principale (‘iqqar) e uno secondario (tafèl), si recita la Berakhah solo sul cibo primario. Sulle barrette di sesamo, in cui i semi di sesamo sono compattati per aggiunta di miele ma sono l’ingrediente principale, si dice Borè Perì ha-Adamah.
14. Se mangia un frutto dopo aver bevuto del liquore al solo scopo di attutire il gusto di quest’ultimo, non recita la Berakhah sul frutto. Per uscire da ogni dubbio, peraltro, è meglio assaggiare il frutto recitando la sua Berakhah prima di bere il liquore.
16. Se si mangiano sia un frutto la cui Berakhah sia ha-‘Etz per certo, sia uno sul quale vi sia incertezza se è ‘Etz o Adamah vi è discussione su quale sia meglio mangiare per primo. Una sola cosa è certa: la Berakhah ‘Etz recitata sul frutto “certo” non “copre” il secondo frutto, per il quale la Berakhah appropriata potrebbe essere Adamah. Di giorno feriale si mangerà pertanto prima il secondo frutto “dubbio” dicendo Borè ha-Adamah che a posteriori “copre” anche il primo, per evitare di moltiplicare le Berakhot, mentre di Shabbat si inverte e l’ordine e si diranno due Berakhot, per venire incontro all’esigenza delle 100 Berakhot giornaliere.
17. Su qualsiasi preparato che contenga fra i suoi ingredienti uno dei 5 cereali (grano, orzo, avena, segale e farro) allo scopo di migliorarne il gusto e/o il valore nutritivo si dice Borè Minè Mezonot. Se invece la farina è aggiunta solo in piccola dose come collante si annulla.
18. Sul riso cotto si dice Borè Minè Mezonot prima e Borè Nefashot dopo. Gli ashkenaziti usano invece dire Borè Perì ha-Adamah se il riso è ancora distinguibile.
19-21. Sul Pat ha-Bà be-Khissanin (lett. “pane a tasca”, ripieno) si recita Borè Minè Mezonot prima, e Berakhah Acharonah poi. Per Pat ha-Bà be-khissanin si intende a) un impasto di farina e miele, olio, latte, burro, vino o succo di frutta in misura cospicua (p. es. focaccia); ovvero b) impastato con acqua ma riempito, prima di essere infornato, con miele, zucchero, frutta di cui si avverta il sapore. Se però è stato riempito con carne, ovvero formaggio, ecc. come la pizza, cibi che fanno comunque da companatico, secondo alcuni rimane pane a tutti gli effetti; vi è discussione anche sull’impasto secco che si mangia informalmente (crackers). Nei casi dubbi è preferibile recitare Borè Minè Mezonot/Berakhah Acharonah e non Ha-motzì/Birkat ha-Mazon per evitare di moltiplicare le Berakhot. Se però ne ha la possibilità, la cosa di gran lunga migliore è portare inizialmente quanto un’oliva di pane e recitare su questo Ha-motzì pensando a tutto il resto. Se avesse mangiato Pat ha-Bà be-khissanin in misura di almeno 4 uova (216 gr.) deve poi recitare Birkat ha-Mazon, perché è considerata misura degna di un pasto vero e proprio, anche se all’inizio non aveva quest’intenzione e ha recitato Borè Minè Mezonot.
22. Come si è detto, Ha-motzì esenta anche i Mezonot consumati durante il pasto dalla loro Berakhah. Sulla torta o i biscotti che si mangiano a fine pasto, tuttavia, c’è il dubbio che non siano “coperti” e che si debba recitare su di essi Borè Minè Mezonot. Per evitare il dubbio si porti assieme a essi un altro dessert la cui Berakhah sia She-ha-kol e recitando questa Berakhah si faccia intenzione di coprire gli altri dolci.