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Note di Rav Di Porto ad integrazione della traduzione e del commento della Giuntina, recentemente pubblicato
a) la ghemarà ricava due insegnamenti distinti dal termine meimmakh, uno, come avevamo visto in precedenza, relativo a leqet, shikchah e peah, che si impara da immakh (con te, espressione usata per il povero), l’altro riguardo l’erede, che si impara da “me”. (Rashì)
b) I rishonim discutono sulle modalità attraverso le quali l’erede trasgredirebbe al divieto bal teacher, se secondo la Torah o come norma rabbinica. Qualcuno sostiene persino che, visto che l’erede non ha fatto alcun voto, è totalmente esente, neanche rispetto a precetti affermativi. Il Rashash per esempio si stupisce di quanto afferma R. Zera, perché potrebbe dire che l’erede non trasgredisce al divieto bal teacher, ma tuttavia non si attiene all’obbligo di andare in pellegrinaggio e portare le offerte al bet ha-miqdash. Secondo il Ritvà è pacifico che l’erede trasgredisca al precetto affermativo, la domanda è sul divieto. Come conclusione halakhica sostiene che l’erede non sia sottoposto al divieto bal teacher, e dello stesso parere è il Minchat Chinukh.
c) l’obbligo di effettuare il pellegrinaggio è solo maschile. Le donne però hanno l’obbligo della simchah che quando c’è il Bet ha-miqdash corrisponde a consumare la carne degli shelamim. (Rashì). Per questo R. Yehudah ben Beterà in massekhet Pesachim afferma che non c’è gioia se non per mezzo della carne. Al giorno d’oggi la gioia viene manifestata per mezzo del vino. Secondo il Rambam in base alla Torah ci si rallegra con qualunque mezzo, e quella dei sacrifici è solo una strada preferenziale, e pertanto al giorno d’oggi che non ci sono sacrifici si usa dell’altro. Secondo le Tosafot invece la mitzwah della Torah di rallegrarsi è quella di consumare i sacrifici, e per questo al giorno d’oggi c’è solo un obbligo rabbinico.
Alle donne vanno affiancate anche altre categorie che sono esentate dal pellegrinaggio (ad es. anziani, malati; Tosafot).
d) Il modo di rallegrare le mogli in Bavel è per mezzo di vestiti colorati, in Israele per mezzo di vestiti di lino, perché vengono considerati degli abiti importanti.
e) Per la halakhah la maggior parte dei poseqim ritengono che le donne siano sottoposte al divieto Bal teacher, appoggiandosi ad una affermazione esplicita nel Sifrè. Alcuni però capiscono che il divieto valga solo per quegli aspetti che non dipendono dal pellegrinaggio. Infatti quanto viene detto circa gli shelamim potrebbe derivare da una considerazione di ordine pratico, poiché la moglie li consuma trovandosi assieme al marito, che ha l’obbligo, ma questo non significa che abbia l’obbligo a sua volta.
f) secondo Rashì per l’animale difettoso il conteggio parte dal momento della nascita, ed essendo difettoso non verrà sacrificato, ma verrà macellato al di fuori del Bet ha-miqdash.
g) dopo gli otto giorni dalla nascita si esclude la possibilità che l’animale non sia vitale (per l’uomo si attende un mese; Rashì). E’ vietato mangiare un animale non vitale, e la shekhitah in questo caso è inutile (Rambam, hilkhot maakhalot asurot 4,4). Si discute tuttavia se si tratti di un divieto della Torah o rabbinico.
h) I Rishonim discutono sul divieto di bal teacher per il primogenito: secondo alcuni si parla di un kohen che ha ricevuto l’animale trattenendolo presso di sé e non sacrificandolo, altri dicono che è il padrone che lo trattiene senza consegnarlo al kohen. Tuttavia l’opinione di chi sostiene che si stia parlando del kohen è difficilmente sostenibile, perché la ghemarà parla dell’animale difettoso, che rimane presso i padroni e non viene sacrificato.
i) la gestazione per il bestiame minuto è di 5 mesi, per il bestiame grosso di 9 (Bekhorot 8).