BhK Angelo Mordekhay Donati – Milano
Bekhorot 8b: (I saggi di Atene) dissero a lui (R. Yehoshua’ ben Chananyah): Dicci qualcosa di inverosimile! Disse loro: C’era una volta una mula che partorì e (al collo del cucciolo) era appeso un biglietto su cui era scritto che il padre gli doveva mille zuzim. Gli risposero: Forse che una mula può generare? Disse loro: proprio queste sono le parole inverosimili.
Bereshit 15,17: Il sole era tramontato e si era fatta oscurità completa, quand’ecco che una fornace di fumo e una scintilla di fuoco passò fra quei corpi divisi.
Bereshit Rabbà 44,21: “Quand’ecco che una fornace di fumo e una scintilla di fuoco”. Gli mostrò quattro cose: il Ghehinnom (fornace), i regni (fumo), il dono della Torah (lappid scintilla, come in Shemot 20,18) e il Bet ha-Miqdash (fuoco dei sacrifici) e gli disse: fintanto che i tuoi figli saranno occupati con due di esse (la Torah e la ‘Avodah) si salveranno dalle altre due; ma se se ne staccano, saranno puniti mediante le altre due. Gli disse poi: Come preferisci che i tuoi figli vengano puniti, con il Ghehinnom o con la soggezione ai regni? Avraham scelse i regni…
Shevu’ot 35b: “La Mia vigna è di fronte a Me. Mille sono per Te, Shelomoh, e duecento per i custodi del suo frutto (della vigna)” (Shir ha-Shirim 8,12). Diceva Shemuel: un regno che uccide fino a un sesto del mondo non è punibile, come è detto: “Mille sono per Te, Shelomoh” si riferisce al Regno Celeste “e duecento per i custodi del suo frutto (della vigna)” si riferisce ai regni terreni.
I “saggi di Atene” mettono alla prova R. Yehoshua’ ben Chananyah. Dopo avergli posto due enigmi razionali cui egli ha brillantemente replicato, gli chiedono di elaborare qualcosa di inverosimile per stimolare l’inventiva e l’intelligenza. R. Yehoshua’ lo fa, giocando sul fatto che non solo l’argomento del suo racconto è palesemente inverosimile (il fatto che un cucciolo di animale possa essere nato avendo già al collo un cartiglio attestante un credito nei confronti del proprio genitore), ma anche il presupposto: dare cioè per scontato che una mula, animale notoriamente sterile, possa invece generare.
Così spiega l’enigma il Gaon di Vilna. La soggezione di Israele agli altri popoli è “colpa” di Avraham, allorché H. gli prospettò il futuro della sua progenie nel “patto fra i tronconi di animali”. H. gli mostrò che i suoi discendenti avrebbero trasgredito la Torah e gli ha chiesto di scegliere fra due possibili punizioni. Avraham preferì la soggezione ai popoli al Ghehinnom, perché “finché c’è vita c’è speranza”. Peraltro ciò ha messo Avraham nostro Padre in una posizione di debito nei confronti dei suoi discendenti (il cucciolo della mula), che gli avrebbero continuamente rinfacciato la responsabilità della loro difficile condizione. Il debito è quantificato in mille zuzim, pari al numero degli ebrei che sopravvivono alle persecuzioni ogni volta rispetto ai duecento che invece soccombono. Il rapporto numerico si evince dall’allegoria di Shir ha-Shirim, in cui è rappresentata una vigna (popolo ebraico). Qui si afferma che mille parti di essa appartengono a H. (Shelomoh è allegoria di H., Colui cui appartiene la pace), mentre duecento sono consegnati ai custodi della vigna (coloro cui H. affida il mandato di punire il Suo popolo, di fatto i nostri persecutori). I “saggi di Atene”, sentendosi accusati delle sofferenze del popolo ebraico, si sgravano della responsabilità ribattendo a R. Yehoshua’ che non è possibile che una mula (animale da soma, altra allusione al popolo ebraico oppresso) sia in grado di partorire, cioè: abbia un futuro. R. Yehoshua’ risponde che la fantasia dell’enigma proposto consiste proprio nel pensare questo. In realtà il popolo ebraico ha un futuro, nonostante le premesse e contrariamente a ogni aspettativa razionale.