Il patto che H. stringe con Avraham ha come effetto la garanzia per i suoi discendenti di possedere la terra di Israele. Ci aspetteremmo di trovarci di fronte ad un evento gioioso, dopo i tremendi pericoli della guerra dei quattro re contro i cinque re, una guerra mondiale in miniatura, ma, sorprendentemente, non è così: il berit ben ha-betarim è dominato da immagini cupe e questa atmosfera culmina nell’annuncio della schiavitù egiziana, prolungata e, almeno apparentemente, inspiegabile. Non possiamo ritenere che la schiavitù sia frutto di un peccato umano, poiché, per quanto vogliamo essere duri, stiamo parlando di generazioni ancora non venute al mondo.
O forse, considerando il tutto da una diversa prospettiva, si tratta di una decisione necessaria, affinché il popolo ebraico divenisse il popolo di H.? La ghemarà in massekhet Nedarim si confronta con questa difficoltà, e tre amoraim forniscono una risposta: a) secondo R. Eli’ezer la schiavitù è una punizione per una colpa di Avraham, perché aveva “sfruttato” dei talmidè chakhamim, i suoi allievi, coinvolgendoli nella guerra; b) Shemuel accusa Avraham di insolenza, a causa della domanda “come faccio a sapere che prenderò possesso della terra di Israele?”; c) secondo R. Yochanan la sua colpa è quello di non avere costretto, al termine della guerra, gli abitanti di Sodoma e Gomorra ad unirsi a lui, con le conseguenze che conosciamo. I tre maestri concordano in ogni caso che la schiavitù dipenda da un comportamento di Avraham. Il Ramban aggiunge una quarta colpa, che è quella della discesa in Egitto di Avraham. L’approccio dei chakhamim desta non poche perplessità, perché la Mishnah nel Pirqè Avot afferma esplicitamente che Avraham fu sottoposto a dieci prove e riuscì a superarle tutte, mentre in base a quanto abbiamo detto, sembra essere il contrario!
In ogni caso, anche se ammettessimo che Avraham ha mancato in qualcosa, la proporzione fra la colpa e la pena non sarebbe di certo stata rispettata: Avraham forse ha impiegato i suoi allievi per fini personali? La salvezza di Lot non è uno scopo abbastanza nobile? Non è possibile chiedere un segno ad H. relativamente al possesso di Israele? Il non aver trattenuto con sé gli abitanti di Sodoma e Gomorra, che non erano stinchi di santo, è un peccato tanto grave? Voi li avresti tenuti con voi? Inoltre, anche ammettendo che Avraham abbia sbagliato, non ripetiamo sempre che i figli non vengono puniti per le colpe dei padri? Per dare una risposta a tutte queste domande forse bisogna cambiare prospettiva. La vita di Avraham infatti si svolge su due piani, quello individuale, dove riesce a raggiungere la perfezione nel servizio divino, e quello “nazionale”, per il quale Avraham deve diffondere il Nome divino nel mondo, girando in lungo e in largo per Eretz Israel e sradicare l’idolatria. Se Avraham fosse riuscito in questo intento, non vi sarebbe stata alcuna necessità di scendere in Egitto in schiavitù. Avraham godette di un enorme rispetto da parte degli abitanti della terra di Kena’an, che rimasero però idolatri. Lo stesso Lot, che raggiunse Israele assieme ad Avraham, ne subì l’influsso solo parzialmente, ad esempio rispetto all’ospitalità, ma la scelta di stabilirsi a Sodoma parla da sola.
Anche Ishma’el si volse verso l’idolatria, e fu scacciato dalla casa di Avraham. Viste queste premesse, H. si trova costretto ad utilizzare il piano B: all’interno della stirpe di Avraham è indispensabile effettuare una selezione, e solo chi è degno di stringere un patto con H. manterrà questo legame. Anche la guerra si rivela un successo per Avraham ma parziale: la sconfitta dei quattro re porta alla conquista di mezza Eretz Israel, sarebbe bastato un altro piccolo sforzo, e il successo sarebbe stato totale. Quando il re di Sodoma, a guerra terminata, chiede indietro i suoi uomini, e intende ricompensare Avraham, questo mostra grandezza di spirito, rifiutando l’arricchimento materiale, ma R. Yochanan la vede diversamente, perché questa grandezza è solo individuale; a livello collettivo Avraham avrebbe dovuto sì rifiutare i beni, ma avrebbe dovuto tenere con sé le persone, e condurle alla propria causa.
E’ possibile che, quando H. dice ad Avraham di non temere, intenda dargli luce verde per completare la conquista di Israele. Dopo avere sconfitto i quattro re, cosa assolutamente impensabile considerando i criteri della strategia militare, che senso ha, e questo insospettisce Shemuel, chiedere un altro segno? Per tutti questi motivi H. deve modificare i propri piani, ed i discendenti di Avraham dovranno nascere e crescere in una terra non propria, assoggettati agli egiziani, e raggiungere delle dimensioni ragionevoli per liberarsi, cosa che richiede 400 anni. In questo modo la nostra storia ha preso una piega completamente differente rispetto a quanto sarebbe potuto accadere, e perciò i chakhamim si sono mostrati tanto critici nei confronti di Avraham.