a) Nonostante il verso parli dei sacrifici obbligatori durante i mo’adim, poiché il seguito ha come argomento quello di nedarim e nedavot, è applicabile al bal teacher (Tosafot). Tuttavia non si capisce ancora perché R. Eli’ezer ben Ya’aqov non la pensa come R. Meir, che si trasgredisce già dopo un reghel, visto che la Toràh dice di portare un sacrificio e non lo ha portato. Evidentemente R. Eli’ezer ben Ya’aqov ritiene che il verso “wahavetem shama” serva solamente ad istituire il divieto di offrire sacrifici al di fuori del bet ha-miqdash, e non a obbligare a portare dei sacrifici. Per questo il verso di Bemidbar può istituire l’obbligo di portare i sacfrifici entro due mo’adim, pur applicando la medesima logica di R. Meir (Sfat Emet).
b) Di Sukkot si è obbligati a portare shalmè chaghigàh; in Massekhet Chaghigàh R. Yochanan e R. Oshaia’ discutono se l’obbligo ricada sul primo giorno e gli altri giorni siano di recupero, o se vadano offerti in un giorno qualsiasi: la discussione è pertanto relativa al caso in cui una persona sia esentata dal sacrificio nel primo giorno della festa; in questo caso dovrà recuperare il sacrificio?
c) La Mishnàh accoglie l’opinione di R. Shim’on, che ritiene che si trasgredisca al divieto di bal teacher solo se sono passati tre regalim a partire da Pesach. Molti rishonim considerano questa la regola finale. Il Rambam tuttavia pensa che la halakhàh non segua R. Shim’on, e pensa che siano sufficienti tre regalim, secondo l’opinione del Tanà Qamà nelle baraitot. Il Kesef mishnèh spiega che non si deve seguire la mishnàh perché molti dissentono da quella opinione. Inoltre il Sifrè riporta l’opinione dei tre regalim, senza indicare che questi debbano iniziare da Pesach. Secondo l’opinione dello Yereim l’halakhàh segue l’opinione di R. Eli’ezer ben Ya’aqov (2 regalim).