“… E gli uomini che salirono con lui (Giosuè) dissero” non possiamo salire contro il popolo poiché è più forte di noi”
Nella nostra parashà, si racconta dell’escursione dei dodici esploratori sulla terra di Israele, episodio che si rivelò catastrofico per il popolo ebraico, in quanto a causa di ciò fu decretata la permanenza di quaranta anni nel deserto.
Il vero motivo, non era tanto la mancanza di fiducia, quanto le manifestazioni di disperazione da parte di tutto il popolo, all’esternazione di dieci, dei dodici esploratori, riguardo la capacità di sconfiggere il nemico.
“Non ce la faremo a conquistare il Paese, perché i suoi abitanti sono giganti e noi eravamo considerati come cavallette ai loro occhi”.
Non c’è cosa che limiti le proprie capacità, che la mancanza di stima e fiducia in sé stessi. Il Signore, punisce per questo il popolo, facendolo restare quaranta anni nel deserto, prima di permettere l’ingresso nella terra di Israele.
Quando un gruppo di persone, non ha fiducia delle proprie capacità, influenza tutti coloro che gli sono intorno, impedendo di ottenere ciò che invece dovrebbe essere un ideale.
La conquista del Paese era l’ideale del popolo ebraico, sin dai tempi della schiavitù in Egitto; è bastata una sola espressione per far saltare, almeno temporaneamente, tutti i piani.
I nostri Maestri insegnano che quando si è intenti o ci si prepara a mettere in pratica una mizvà, non bisogna dubitare di non esserne in grado, bensì sicuri di arrivare al completo compimento di essa.
La mizvà di quel momento era quella di conquistare la terra di Israele, sicuri di esserne in grado, con una forte fiducia in sé stessi e soprattutto nel Signore.
“betach bA’ va’asé tov – abbi fiducia nel Signore e fa il bene” così insegnano i nostri Maestri, così ci ha insegnato tutta la storia del nostro popolo!
Shabbat shalom