Della ribellione di Korach e del gruppo da lui capeggiato è quanto leggeremo questo shabbat.
La ribellione sarebbe nata dal fatto che, Mosé ed Aronne avrebbero approfittato degli incarichi ricevuti dal Signore come guide del popolo, senza alcuna considerazione nei confronti di chi, con pari diritti, avrebbe potuto sostituirli durante la permanenza nel deserto.
Naturalmente tutto ciò avviene per volontà divina che sceglie coloro che possono e debbano guidare il popolo.
Korach ed il suo gruppo saranno puniti con la morte, che colpirà esclusivamente coloro che hanno partecipato alla ribellione: la Torà più avanti dirà che “…I figli di Korach non morirono”.
Le ragioni della ribellione di Korach, in un certo senso potrebbero essere giustificate. Sappiamo che Korach e la sua famiglia, non erano estranei alla classe sacerdotale; appartenenti anch’essi alla Tribù dei Leviti, avevano un compito gratificante essendo tra coloro che trasportavano l’Arca dell’Alleanza.
La grave colpa di Korach pertanto non era quella di rivendicare il diritto al potere, quanto quello di essersi alleato con della gente che invece non ne aveva alcun diritto; ma la cosa ancora più grave è stato l’intento di Korach e cioè di seminare discordia e di risvegliare nel popolo lo spirito di rivolta: è questa una rivolta particolare, quella che nella Mishnà (avot cap.5 misnà 17) viene definita “la rivolta di Korach e della sua congrega”: una rivolta unica, con l’unico scopo di creare frattura nel popolo ebraico.
Shabbat shalom