È questa la parashà più importante della Torà, in quanto in essa troviamo il cardine di tutte le mizvot: gli Aseret ha dibberot – i Dieci Comandamenti.
La preparazione a ricevere il Decalogo, ci viene narrata dalla Torà in modo assai dettagliato e il popolo assiste a qualcosa che nessuno potrà più cancellare dalla memoria di tutti noi, sia del passato, sia del presente che del futuro.
Il brano della descrizione della manifestazione sinaitica, inizia con le parole:
E partirono da Refidim… e si accampò Israel di fronte al Monte”.
La famosa interpretazione di Rashì che dice che quando si accamparono di fronte al Monte erano come un solo uomo con un solo cuore, viene ripresa da un altro famoso commentatore, il Maharal di Praga, che insegna: “il motivo per cui la Torà ci ripete che partirono da Refidim è per mostrare che anche la partenza da quel luogo fa parte della preparazione a ricevere la Torà; poiché quando giunsero alle pendici del Sinai, avevano già fatto teshuvà”.
Nel momento in cui il popolo si macchia di una colpa è come se si allontanasse dal Signore e non può più avvicinarsi a Lui, se non dopo essersi pentito di ciò che ha commesso.
A questa azione del popolo corrisponde immediatamente quella divina, il Quale si sposta da un Luogo lontano, per avvicinarsi al popolo sul Monte Sinai.
Per questo troviamo scritto, sempre nello stesso brano che: “si accamparono nel deserto e si accampò Israele di fronte al monte”.
Sempre il Maharal spiega che quando il popolo è peccaminoso e ribelle è come un insieme di tanta gente lontana, l’una dall’altra; quando invece si accorgono del loro comportamento scorretto e si pentono di ciò che hanno fatto, è come se avessero un unico solo cuore.
A proposito di ciò, si riporta il verso del profeta Malakhì (cap. 3) in cui è detto: “Tornate a me e Io tornerò a voi”.
Se noi ci apprestiamo a fare teshuvà per avvicinarci al Signore, Egli farà la Sua teshuvà per avvicinarsi a noi.
Shabbat shalom