“Venne Yaakòv integro …” (Bereshìt 33, 18).
Rabbì Menachem Mendel Schneerson, settimo Rebbe di Lubavich, ci fa notare che dopo tutto quello che Yaakòv aveva passato da suo suocero Lavan, e dopo l’incontro con suo fratello Esàv, la Torà sottolinea il fatto che egli fosse “integro”. Il grande commentatore, Rabbì Shlomò Itzhaki, conosciuto per il suo acronimo come Rashì, spiega che egli era “integro” nel corpo, vale a dire che era guarito dalle ferite che gli aveva provocato la lotta con l’angelo. Che era “integro” nelle sue proprietà e nei suoi beni materiali, nulla gli era stato sottratto. E che era “integro” nella Torà e nel suo modo di comportarsi.
Dalla newsletter Hashavua del Rabbinato Centrale Milano